Scaricare - Condividere un file PDF

9
Gunnar guardò divertito Raina che usciva dalla stanza.
Agnes l'avrebbe tenuta occupata con un'infinità di lavori
domestici. Anche se gran parte della mattinata era ormai
passata, arrivata a sera Raina non avrebbe più pensato a
scappare. Di questo Gunnar era sicuro. Se conosceva
Agnes, a fine giornata Raina non avrebbe desiderato altro
che sdraiarsi a letto e addormentarsi, esausta, fino al giorno
seguente.
Quando Gunnar si fermò a pensare alla stanza che le
aveva assegnato, si sentì pungere la coscienza da una sorta
di rimorso. Raina aveva ragione, quel posto non era degno
di una bestia, figuriamoci di una dama del suo lignaggio.
Nemmeno la sua camera da letto lo era, ma di certo non si
aspettava che Raina accettasse di dividerla con lui. Ad ogni
modo, Gunnar si sentiva sollevato e allo stesso tempo
deluso del fatto che lei avesse rifiutato la sua offerta con così
tanta veemenza.
Non sapeva dire perché gli piacesse così tanto alimentare
la collera di Raina. Forse per il modo altezzoso in cui
sollevava il mento, con cui si toccava i capelli, o per quella
piccola ruga che le appariva in fronte quando era arrabbiata
o pensierosa. Ogni cosa nel suo essere lo colpiva e tutte le
volte che la guardava, scopriva in lei qualcosa di nuovo e
affascinante. Con suo grande dispiacere, Gunnar si rese
conto che la guardava spesso.
Ogni volta che Raina era nei paraggi, per lui era
impossibile staccarle gli occhi di dosso. Ma quello che
davvero lo faceva impazzire, era il fatto che quando non era
con lui, non riusciva a smettere di pensare a lei. Se non