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della finestra. Non si voltò quando lei entrò; a malapena
notò la sua presenza. Teneva in grembo un libro.
Avvicinandosi, Raina vide che si trattava della Bibbia di sua
madre. Lo stesso libro che anche lei era solita leggere
quando si sentiva sola e la mancanza della madre era più
forte.
«Mi dispiace averti disturbato, papà, ma quando non mi
hai risposto…»
La voce della figlia sembrò risvegliarlo dai suoi pensieri e
all'improvviso la guardò con occhi stanchi e cerchiati dal
sonno.
«Ti senti bene, papà? Ti comporti in modo strano da
quando c'è stato il torneo. Trascorri la maggior parte del
tempo chiuso qui da solo e so che non dormi quanto
dovresti.» Gli accarezzò con tenerezza una spalla. «Sono
preoccupata per te.»
Goffamente il barone cercò la mano di sua figlia e la
strinse. Sapeva che era preoccupata, ma i suoi pensieri
erano altrove. Con dita tremanti accarezzò il margine
dorato di una pagina della Bibbia. «Quanto le piaceva
questa Bibbia. Beauclerc l'ha fatta fare per lei quando era
soltanto una neonata. Te lo immagini? Era bellissima anche
allora, la mia Margareth, così bella da far innamorare il re al
primo sguardo.»
«Sì, papà» rispose Raina, ma in realtà non riusciva più a
ricordare i lineamenti della madre. Ogni dipinto che la
ritraeva era stato rimosso - in verità distrutto, secondo le
voci che giravano al castello - subito dopo la sua morte.
Come sempre, suo padre parlava della moglie defunta
quando era immerso nei suoi pensieri o quando qualcosa lo
preoccupava.
Per non farlo arrabbiare, Raina aveva presto imparato a
non fare troppe domande, accontentandosi delle riflessioni
di suo padre. Ma da bambina era stata curiosa: com'era sua