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essere rinato nei panni del barone e non si preoccupava
affatto di mascherare il piacere che provava nell'aver
assunto quel ruolo.
«Mi hanno detto che non farai colazione nel salone» le
disse con sguardo imperioso. Puzzava di vino e pessimo
profumo mentre si pavoneggiava davanti a lei. C'era
qualcosa nell'espressione dei suoi occhi che le fece venire la
pelle d'oca.
Suo fratello.
Da quanto tempo Nigel sapeva la verità? E perché glielo
aveva nascosto? Raina non aveva bisogno di cercare fuori
dalle mura di Norworth per scovare menzogne e tradimenti.
L'inganno aveva sempre fatto parte della sua vita e lei non
se n'era mai resa conto. Che ingenua! Ma giurò a sé stessa
che le cose sarebbero cambiate.
Raina si voltò a guardare Nigel. «Nigel, voglio vedere
mio padre.»
«Questo è impossibile» disse lui respingendo con
dolcezza la sua richiesta. Le si avvicinò e si mise anche lui a
guardare fuori dalla finestra.
«Ho bisogno di vederlo con i miei occhi.»
Nigel si voltò verso di lei con un'espressione glaciale. «Ti
ho detto di no, Raina. Credimi, è meglio che tu non lo veda
da morto.»
«E se fosse ancora vivo invece? L'hai abbandonato là
fuori. Come fai a essere sicuro che sia morto?»
«Lo è,» replicò Nigel spazientito «ne sono sicuro.»
«Allora, dato che ne sei così sicuro, si merita almeno di
essere sepolto al castello. Voglio che mandi una squadra a
cercarlo…»
«Non lo troveranno mai.»
La sua risposta fu così secca, tagliente, che Raina si sentì
percorrere da un brivido. «Allora devi andarci tu. Ti prego,
Nigel, ti supplico. Fallo per me… per nostro padre.»