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«Nigel, no.» Raina lo allontanò da sé, poi incrociò le
braccia sul petto e si avvicinò al ruscello. Nell'ultimo
periodo, i suoi costanti tentativi di toccarla la stavano
esasperando, ma lo tollerava anche quando respingeva le
sue avance, perché restava aggrappata all'idea che per la
maggior parte della sua vita Nigel era stato il suo confidente
e il suo amico più caro. Anni prima aveva notato che Nigel
era diventato un uomo - e suo padre le aveva dato seri
avvertimenti al riguardo - con i desideri di un uomo, ma
non le piaceva pensare che l'ingresso nell'età adulta avrebbe
potuto spezzare l'incantesimo della loro amicizia. «Non
capisco. Perché deve sempre finire così?»
Nigel si avvicinò dietro di lei. «Intendi dire perché deve
sempre finire con te che mi rifiuti?» Sospirò avvilito. «Se
solo lo sapessi, tesoro mio.»
A queste parole affettuose, Raina chiuse gli occhi e
scosse la testa. «Nigel devi smetterla di pensare a me in
questo modo. Per il mio bene e per il tuo, smettila di
pensare a me come a qualcosa di più che alla figlia del tuo
lord… e una tua amica.»
Nigel soffocò una risata e quel suono nervoso le fece
venire i brividi. «Ho paura che tu mi chieda un po' troppo»
le disse. Poi Raina lo sentì annusarle i capelli, e sentì il suo
respiro sulla pelle mentre l'abbracciava. «Come potrei
pensare a te in un altro modo, se non come alla donna che
sposerò, che dividerà il letto con me e mi darà dei figli?»
Queste parole la lasciarono senza fiato per lo shock.
Tentò di divincolarsi dal suo abbraccio, ma lui la stringeva
sempre di più. «Mio Dio, che gran tentazione sei» grugnì
lui, e le sue labbra si fecero strada sul collo di lei, dove
indugiarono lasciandole la pelle bagnata da un umido bacio.
Raina si contorceva tra le sue braccia, tentando di
sfuggire a quelle attenzioni non desiderate. Le sue avance
erano una cosa, ma non si era mai preso certe libertà!