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l'occhiolino. «Sono qui per affari, non per piacere.»
Poi le mise le mani intorno alla vita. La sua presa era
calda e forte, le dita premevano sulle vesti e sulla pelle della
ragazza. Raina si appoggiò alle spalle del cavaliere mentre
lui la sollevava da terra e la metteva in sella al suo cavallo,
come fosse una piuma.
Passò accanto al cavallo di Nigel e con un leggero colpo
lo fece partire al piccolo galoppo. Nigel iniziò a riprendersi.
Raina poteva sentire i suoi gemiti da dove si trovava,
mentre continuava a osservare il suo misterioso salvatore,
ammaliata dal suo sguardo. «Vai, agnellino,» le disse lui con
un ringhio «prima che questo lupo perda il suo umore
caritatevole.»
Sarebbe stato impossibile mascherare la sua sorpresa
davanti a un commento così sfrontato. Restò senza fiato,
sentendo le gote avvampare mentre si allontanava in sella al
suo cavallo. Con mani tremanti afferrò le redini e si diresse
fuori dalla foresta, consapevole dello sguardo scuro che la
seguiva.
La logica le diceva di scappare, di lanciare il suo destriero
al galoppo e di considerarsi fortunata per aver concluso la
giornata solo con i nervi scossi e il battito accelerato.
Ma, come la moglie di Lot, nessun avvertimento sarebbe
stato abbastanza serio da impedirle di gettare uno sguardo a
ciò che avrebbe potuto spezzare il suo destino. Lui.
Si girò sulla sella e vide che anche lui la stava guardando.
La progressiva distanza che li separava sembrava irrisoria
sotto la forza di quello sguardo. Persino quando il suo
cavallo prese ad andare più veloce e la distanza tra loro
aumentò, le sembrò che lui fosse ancora abbastanza vicino
da sentire i battiti del suo cuore e il brivido di eccitazione
che la percorreva. Abbastanza vicino da poterla toccare. Ma
se in quel momento lui le avesse fatto cenno di tornare
indietro, Dio le era testimone, lei lo avrebbe fatto.