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in tutta la sua pienezza.
«Oddio Raina, ti voglio» mormorò mentre le baciava il
collo. «Lo voglio.»
Gunnar la prese in braccio e la mise sul letto. Restò in
piedi accanto a lei e continuò a guardarla negli occhi mentre
si liberava delle brache. Raina fu colpita dalla magnificenza
della sua mascolinità e restò senza fiato.
La risata di Gunnar la costrinse a guardarlo di nuovo in
faccia. «Mi… mi dispiace» sussurrò imbarazzata. «È che…
be', non ho mai…»
«Lo so» rispose lui e salì sul letto accanto a lei. «Hai
paura?»
«No.» Lei lo guardò di nuovo, incapace di concentrarsi
su altro. «Forse un po'…»
Lui le sorrise teneramente. «Dammi la mano.»
Raina, esitante, gli porse la mano. Lui la fece scorrere
lungo il torace e il ventre fino all'ispida peluria tra le cosce.
Raina chiuse gli occhi mentre con le dita accarezzava la
vellutata forza della sua erezione, calda e liscia contro il suo
palmo. Si sentì mancare il fiato quando pensò che lo stava
toccando in modo tanto sfacciato!
Gunnar le fece stringere la mano sul membro e lasciò poi
che Raina lo esplorasse da sola. Il suo sesso pulsava tra le
sue dita, forte, vivo e meraviglioso. Lo accarezzò facendo
scorrere la mano per tutta la sua lunghezza, stupendosi di
quanto fosse eccitante. Quando Gunnar gemette, lei smise
bruscamente di toccarlo.
«No, non fermarti,» sussurrò lui «mi piace.»
Raina fu felice di sentirglielo dire, perché piaceva anche a
lei. Lo accarezzava e sperimentava con lui, imparando così
quali movimenti gli davano maggior piacere e quali zone
erano più sensibili al suo tocco. Avrebbe potuto esplorare
quel corpo per ore, affascinata da come rispondeva alle sue
carezze ma Gunnar la fermò con dolcezza.