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materasso e pensò che se si fosse stesa per qualche minuto
non avrebbe di certo fatto del male a nessuno…
Rutledge colpì il tavolo con la coppa di vino più forte di
quanto avesse voluto, ma il vino gli aveva piacevolmente
annebbiato i sensi. Avrebbe voluto essere ancora più
ubriaco, ma si rese conto che l'alcol non avrebbe potuto
fargli dimenticare la creatura attraente che lo aspettava nella
sua camera. Ormai era notte fonda, il salone era già stato
riordinato e lui si attardava a bere con i suoi uomini.
Non era sorpreso del fatto che Raina si fosse rifiutata di
mangiare con lui, e anzi, gliene era grato. Non aveva voglia
di affrontare il suo sdegno, peraltro giustificato, per il
comportamento che aveva tenuto prima al lago e poi
durante il pranzo; inoltre non era affatto sicuro che sarebbe
riuscito a sopportare un altro pasto standole così vicino.
L'idea di comportarsi come se fossero amanti gli era venuta
vedendola così a disagio nel trovarsi da sola nel bel mezzo
del salone. Il bisogno di proteggerla lo aveva spinto a
chiederle di sedersi accanto a lui.
Innervosito da quanto era successo al laghetto quella
mattina, Rutledge voleva solo condividere con lei un po' di
quel turbamento, e se i suoi uomini avessero pensato che
erano amanti, glielo avrebbe lasciato credere. Quell'idea li
avrebbe di certo tenuti alla larga da lei. Ma quando
all'improvviso Raina gli aveva confessato di aver parlato
con Alaric e che il ragazzo le aveva detto di non essere stato
picchiato, Gunnar non aveva saputo pensare a niente di
meglio per calmarsi.
Se era abbastanza fortunato, quel chiacchierone di Alaric
non le aveva raccontato anche dò che Gunnar aveva detto
su Raina mentre gli faceva quella ramanzina. In realtà,
ubriaco com'era, nemmeno lui ricordava esattamente cosa
avesse detto, ma quello che riusciva a rammentare era