Scaricare - Condividere un file PDF

«Sì,» disse Gunnar assorto nei suoi pensieri «i tornei
tirano fuori il peggio dagli uomini. Sono tutti alla ricerca di
gloria e ricchezza.»
«E tu, quale delle due cerchi?»
Gunnar soffocò una risata davanti a tanta franchezza.
«In realtà, nessuna delle due. Sono venuto qui nel nome
dell'onore.»
«L'onore di una dama?»
«Sì» ammise lui, interessandosi fin troppo al modo in cui
gli occhi di lei si rabbuiarono. «Sono venuto per rimediare a
un torto.»
«Mi stupisci» replicò lei con un lieve sorriso
canzonatorio. «Non pensavo fossi un uomo galante.
Dimmi, questa donna è venuta qui a vederti difendere il suo
onore?»
Lui pensò subito a sua madre e agli sforzi che aveva fatto
per cercare di insegnare gentilezza e buone maniere a un
ragazzino, che invece era più interessato alle battaglie e
all'avventura. La cavalleria e l'onore erano qualità che lei
apprezzava. Due qualità che lui non aveva e non avrebbe
avuto mai.
«È morta» scattò lui, e la sua risposta secca bastò a
cancellare ogni traccia di allegria dal volto di Raina, ma lui
lo notò appena. Preso dalle sue elucubrazioni, diede voce ai
propri pensieri. «Se tutto va bene, il criminale responsabile
della sua morte pagherà con la vita proprio alla fine di
questa giornata.»
Lo squillo di una tromba arrivò a interrompere la sua
frase minacciosa, catturando l'attenzione di tutti i presenti.
Un grido si levò da un gruppo di cavalieri riuniti sotto un
tendone a bere birra e tutti si precipitarono verso i propri
cavalli in un gran fracasso di armature.
«Be',» disse Raina «il torneo sta per iniziare.»
«Sì» rispose Gunnar, passando in rassegna la folla. La