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volevo solo stare un po' da sola. Vi prego di risparmiarmi e
di risparmiare anche a voi stesso altre umiliazioni, e di non
farne parola al vostro signore.»
A questo punto della conversazione, Agnes si era
avvicinata a loro. Le sue gonne grondavano acqua, che si
riversava come un ruscello sui suoi piedi grandi come
prosciutti. «Verrai fustigata per questo» sentenziò con un
sorrisetto malizioso.
Raina continuava a implorare con lo sguardo lo scudiero,
la cui espressione lasciava intendere che Agnes aveva
ragione.
«Agnes, ha detto che cercava solo qualche attimo di
solitudine» disse lo scudiero. «Non vedo il motivo di far
preoccupare milord per questo.» Cercava di sembrare virile
e pieno di autorità, il che lo rese ancora più dolce agli occhi
di Raina quando la sua voce si incrinò.
«Ah, è così?» ribatte in tono di sfida Agnes. «E allora
perché diavolo la fai aspettare, Alaric? Vai e controlla che
faccia davvero quello che ha detto così che torni in fretta
alle sue mansioni.»
Lo scudiero guardò prima Agnes e poi Raina, e poi di
nuovo Agnes. Apriva e chiudeva la bocca, ma alla fine fu
Agnes a rompere il silenzio.
«Oh, non importa!» sbottò irritata. «Lo farò io!
Un'occhiata al suo culo nudo basterebbe a farti diventare
ancora più scemo.» Afferrò la ragazza per il gomito come se
volesse forzarla ad andare dietro i cespugli.
«No, aspetta!» gridò Raina. «Non ho più bisogno di
andarci.»
Agnes ridacchiò. «Ma ci credi? Le sei piombato addosso
così all'improvviso che le hai fatto scappare via il bisogno.»
Raina guardò lo scudiero. «Vi prego, vorrei poter finire il
mio lavoro.» Alaric si morse le labbra con fare pensoso e poi
annuì.