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invase.
Era un segno, la conferma che se era arrivato fin lì c'era
una ragione. Forse, per una volta, Dio gli sorrideva dall'alto
dei cieli. Era sulla strada giusta e Rutledge non poteva
essere tanto lontano.
Mentre i suoi uomini rimontavano in fretta a cavallo,
Nigel immaginava di fare ritorno a Norworth con tutti gli
onori per aver riportato a casa sana e salva Raina e aver
messo la testa di Rutledge su una picca. Di solito Nigel non
era incline ad accontentarsi degli avanzi altrui, ma nel caso
di Raina avrebbe potuto fare un'eccezione, perché gli avanzi
in questione portavano con sé la promessa di una generosa
dote. Se l'avesse riportata a casa, il barone avrebbe
acconsentito ad ogni sua richiesta.
Buffo, pensò Nigel, che rapendo Raina, Rutledge gli
avesse regalato l'opportunità che aspettava da una vita e che
da solo non sarebbe mai riuscito ad avere. Nigel non tentò
di mascherare il sorriso che quel pensiero gli aveva
provocato. Aveva aspettato troppo a lungo per lasciarsi
sfuggire tutto così facilmente.
Strinse la pantofola e poi la lasciò cadere in mezzo al
fango, mentre riprendeva a galoppare e incitava i suoi
uomini a seguirlo.
Raina si lasciò andare a un pesante sospiro, portò le
ginocchia al petto e le abbracciò. A giudicare dalla
posizione del sole nascente, erano in quella radura ormai da
più di due ore. Pensò che era sveglia da più di
ventiquattr'ore, e la sua pazienza stava raggiungendo il
limite.
Gli uomini di Rutledge si erano addormentati da tempo,
e prima di cadere in un sonno profondo avevano preso a
russare e a fare altri suoni disgustosi. Lui, al contrario, era
ancora sveglio e in allerta come un falco. Percepiva anche il