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crimini, Raina riusciva a capire perché Gunnar lo odiasse
tanto.
Si sentì toccare una spalla e sollevò lo sguardo su Agnes,
che era lì accanto a lei. «Sei stata in piedi tutta la notte» le
disse in tono gentile «e ormai si è fatto giorno. Vai a
riposarti ora, ci penso io qui.»
Raina scosse la testa e guardò preoccupata il viso
esangue di Alaric. «No, sto bene. Non posso lasciarlo.»
Agnes le strinse la spalla e poi andò a buttare un altro
ciocco di legno nel camino. L'attenzione di entrambe fu
catturata dal rumore di passi lungo il corridoio che si
avvicinavano in fretta. Quando Raina vide sulla porta il
volto teso eppure bellissimo di Gunnar, si sentì invadere da
una forte emozione. Dietro di lui apparve uno sconosciuto
dai capelli bianchi.
Gunnar sentì un tuffo al cuore quando vide Raina. Il
disprezzo con cui lo aveva guardato ore prima era
scomparso. Ora il suo sguardo era pieno di speranza,
sollievo e qualcos'altro. Il sorriso tremante che gli rivolse, gli
fece venir voglia di abbracciarla per cancellare tutta la
preoccupazione che le attanagliava il cuore. Ma la paura di
essere respinto lo fece restare immobile sulla soglia con le
mani rigide lungo i fianchi.
«È… Sono arrivato troppo tardi?»
«No.» Raina si avvicinò ad Alaric per asciugargli la
fronte. «È ancora vivo ma non per molto, temo.»
La rassegnazione nel suo tono di voce scosse Gunnar
profondamente. Voleva proteggere quella meravigliosa
creatura dalla paura e dalla sensazione di sconfitta che
invece lui aveva provato tante volte. Entrò nella stanza nella
speranza che l'aver cavalcato per tutta la notte potesse
placare la paura che nutrivano entrambi per le condizioni di
Alaric.