Scaricare - Condividere un file PDF

anche il più duro degli uomini rischiava di essere battuto.
Odette era ancora giovane e se non fosse stato per la sua
corporatura robusta e le braccia muscolose, sarebbe stato
difficile immaginarla come un possibile aggressore.
Specialmente ora che muoveva la testa facendo la smorfiosa
e con fare seducente si avvicinava alla pedana.
Giocherellava con una ciocca di capelli castano chiaro,
mettendo in bella vista la scollatura del vestito liso che
indossava.
Gunnar rise del suo tentativo di sedurlo, troppo sfacciato
e di breve durata. In genere non passava molto tempo prima
che la vera Odette, sboccata e scurrile, venisse allo scoperto.
Da quando era arrivata alla fortezza, circa sei mesi prima,
non aveva smesso di stargli addosso, di offrirsi di ripagarlo
per la gentilezza dimostrata nel prenderla con sé. Lui aveva
respinto le sue avances, anche quando l'aveva trovata nuda
a notte fonda ad aspettarlo nel suo letto.
Non voleva essere ripagato per aver dato un riparo a una
povera disadattata. Tutta la sua guarnigione, se così poteva
definire la manciata di uomini che lo seguivano, era
composta di rifugiati e altri vagabondi che, proprio come
lui, erano alla ricerca di un posto in cui stare. Quella
fortezza sgangherata non era il posto ideale in cui vivere,
ma era il luogo più simile a una casa che Gunnar avesse
avuto in tutta la sua vita. Nel breve tempo che l'aveva
abitata, non se n'era mai vergognato, non si era mai fermato
a considerarne l'aspetto finché non era arrivata lei.
C'erano molte cose a cui Gunnar non aveva mai dato
peso, finché Raina d'Bussy non era entrata nella sua vita.
Cose come l'onore e l'orgoglio, la dolcezza e la bellezza.
Cose che per anni si era negato e a cui non aveva voluto
pensare. Pieno di frustrazione, batté i pugni e si trovò
davanti Odette che lo guardava contrariata.
«Milord, sembra proprio che tu abbia bisogno di bere»