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Alaric gettò subito la spada a terra e si tolse l'elmetto.
«Oddio!» gridò. «Milord non volevo… Oddio!»
«È solo un graffio» mormorò Gunnar, più infastidito al
pensiero di essere stato distratto da Raina che dal fatto che
Alaric lo avesse colpito. Strinse la mano sulla ferita e si
avviò dentro la fortezza per farsela medicare. «Riprendete le
esercitazioni» ordinò ai suoi uomini.
Alaric lo seguì blaterando scuse e imprecando contro sé
stesso per essere stato così sbadato.
Raina sentì dei passi su per le scale, ma quando la porta
della stanza si spalancò guardò Gunnar con un sussulto.
«Santo cielo!» esclamò quando vide il sangue scorrergli tra
le dita. Aveva smesso di guardare l'esercitazione ed era
tornata a rammendare. Non si aspettava certo di vedere una
cosa del genere. Mise subito da parte il suo lavoro e
nonostante lo sguardo torvo di Gunnar gli si avvicinò.
«Cos'è successo?»
«Ci stavamo allenando» spiegò Alaric con espressione
contrita. «E ho colpito milord, ma giuro che non era mia
intenzione!»
Raina fece sedere Gunnar accanto al caminetto. «Fammi
vedere.» Si inginocchiò accanto a lui e quando alzò lo
sguardo incontrò gli occhi scuri di Gunnar che la
scrutavano.
«È solo un graffio» ringhiò lui distogliendo lo sguardo.
«Vi comportate come se non aveste mai visto una ferita.»
Spostò la mano. La ferita era abbastanza profonda e
avrebbe dovuto essere ricucita per evitare infezioni.
Raina si alzò per andare a prendere ago e filo e la coppa
di vino che era vicino al letto. Tornata da Gunnar, si sedette
sul pavimento, e con grande cautela gli sollevò il braccio e ci
versò sopra il vino. Sentì i suoi muscoli tendersi ma il suo
volto restò impassibile. «Mi dispiace» gli disse mentre