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spada. Constatò con piacere che Alaric stava facendo
progressi. Sebbene la tecnica di difesa fosse ancora
nettamente migliore dell'attacco, il ragazzo si esercitava con
dedizione e aveva voglia di migliorare. Era così
determinato, che in futuro sarebbe sicuramente diventato un
avversario temibile.
«Ah!» Gunnar evitò con destrezza un colpo alla sua
destra. «Noto con piacere che hai fatto tesoro dei miei
insegnamenti.» Le loro spade si incontrarono mentre
Gunnar scansava il colpo.
«Sì, milord» rispose Alaric un po' senza fiato mentre
cercava di riprendere l'equilibrio. «Sono abbastanza bravo,
vero?»
«Sì, sei promettente.» Gunnar sorrise per l'eccessiva
fiducia che il ragazzo aveva in sé stesso. «Hai ancora molto
da imparare» disse Gunnar mentre la punta della sua spada
grattava sull'armatura del ragazzo. Quando Alaric spostò la
sua attenzione sul braccio, ne approfittò per puntargli la
spada contro il petto. «Non distrarti mai a valutare i danni
mentre stai ancora combattendo, ragazzo. Potrebbe costarti
la vita.»
«Dannazione!» brontolò Alaric. «Vi prego milord, ancora
una volta.»
«Allora ti piace perdere.»
«Stavolta farò meglio, milord.» Alaric si tolse l'elmetto e
si asciugò il sudore della fronte; aveva il volto arrossato per
lo sforzo. «Mi stavo solo riscaldando.»
Gunnar rise. «Riesci a malapena a respirare. Un altro
attacco e scommetto che cadrai a terra esausto.»
I cavalieri risero incoraggiandolo ad accettare la sfida.
«Andiamo, milord. Diamogli una chance. Non mollerà
finché non sarà spompato!»
Alaric si rimise l'elmetto e raddrizzò le spalle. Il suo
respiro era tornato regolare. «Non mi arrendo.»