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«Credo di essermi innamorato.»
La dichiarazione restò sospesa in aria per un lungo
momento prima che i cavalieri, riuniti attorno a un tavolo,
scoppiassero a ridere. Alaric, contrariato, sollevò lo sguardo
dal boccale di birra che stava bevendo.
«Di nuovo e così presto, ragazzo? O vuoi farci credere
che potresti essere innamorato della stessa ragazza per più
di una settimana?»
«Non è così» disse lui, scuotendo la testa. «Questa volta
ne sono sicuro.» I cavalieri risero ancora più forte;
qualcuno, seduto dietro, gli accarezzò la testa come fosse un
cucciolo.
«Povero Alaric, gli s'irrigidisce la lancia e pensa di essersi
innamorato. Vi prego, spiegategli la differenza!»
«Odette potrebbe farlo» suggerì uno di loro. «Ha istruito
bene il suo gruppo di vergini infelici.»
«Ridete quanto vi pare, vecchi ubriaconi» rimbrottò
Alaric. «Vi rimangerete le vostre malignità quando vi
accorgerete che dico la verità.»
Con un gesto della mano Burc tentò di zittire le risate e
abbassò la voce in tono falsamente serio. «E dicci, ragazzo,
chi sarebbe la sfortunata donzella di questa settimana?»
«Non è affatto una donzella, brutto pettegolo che non sei
altro. È una signora, la donna più bella che abbia mai
visto.»
Burc si accarezzò la mascella. «Ah, e dov'è che avresti
visto questa… donna di leggendaria bellezza?»
Alaric fissò per un attimo il boccale che teneva in mano.
Poi si guardò intorno con aria furtiva, si sporse in avanti e