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come Raina, ma Alaric perdeva la testa per qualunque
ragazza carina lo degnasse di uno sguardo. In circostanze
normali, Gunnar avrebbe considerato la faccenda una cotta
passeggera, ma il rischio che il ragazzo potesse allearsi con
Raina era tutt'altra cosa. Non poteva permetterlo. «Alaric,
come mio scudiero, e come futuro cavaliere, devi imparare
a mettere il dovere davanti a qualunque altra cosa. Quella
donna al piano di sopra è prigioniera del tuo signore e in
quanto tale non puoi nutrire certi sentimenti per lei. Lo
capisci?»
«Sì, milord.»
«Bene. Finché resterà qui dovrà essere sorvegliata. Non
voltarle mai le spalle e non fidarti di lei. Capito?»
«Sì, milord.»
«Adesso va'. Di sicuro c'è qualcosa che hai lasciato a
metà. Forse lucidare la mia armatura ti darà modo di
riflettere sul tuo gesto avventato.»
«Sì, milord» mormorò Alaric. «Vi prego di perdonarmi.»
Non appena Alaric uscì dal salone, Gunnar tornò a
osservare gli altri cavalieri. Si erano calmati, ma notò che
Burc continuava a fissarlo mentre beveva. Evidentemente
era successo qualcosa tra Alaric e quel bastardo di Burc,
qualcosa di cui nemmeno il ragazzo si era reso conto ma
che a giudicare dall'espressione di Burc non era di certo
finita lì.
Stava per alzarsi per andare a scoprire cosa bolliva in
pentola, quando una ragazza prosperosa gli si avvicinò
portando due boccali di birra. Gli sorrise e lui pensò che
sarebbe potuta essere carina se non fosse stato per quel
dente che le mancava e che aveva perso durante una rissa la
notte che Gunnar l'aveva portata con sé al castello. Odette
era una puttana e non ne faceva mistero, a meno che non si
sentisse tradita. Allora non c'era scampo: si tirava su le
maniche del vestito e volavano pugni, e in quelle occasioni