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del castello. Sembrava non gli importasse molto del fatto
che fosse l'unico a divertirsi in modo inappropriato.
Né lo turbarono le reazioni di sorpresa all'annuncio del
suo imminente matrimonio con Raina, che sarebbe stato
celebrato la mattina seguente.
Raina, che era sul punto di mettersi a piangere e gridare,
trovava piuttosto difficile continuare a nascondere le sue
emozioni. Sconcertato, il popolo di Norworth si congratulò
con la coppia e nessuno osò mettere in discussione le basi di
quella strana unione né il momento infelice in cui la
decisione era stata presa. Come Nigel aveva detto,
Norworth aveva bisogno di un lord e lui era più che onorato
che Raina gli avesse chiesto di succedere al barone in quel
compito diventando suo marito. Solo quando Nigel si
allontanò per aprire le danze, Raina smise di fingere e pregò
che Gunnar stesse bene. Per poco non morì dallo spavento
quando qualcuno le appoggiò una mano sulle spalle.
«Oh, Evard» esclamò sollevata. «Mi hai spaventata.»
Il volto rugoso del cavaliere era pieno di preoccupazione.
«C'è qualcosa che vi angoscia, milady? Intendo dire, oltre a
tutto quello che è successo di recente.»
«No.» Tenendo gli occhi fissi su Nigel, che sembrava
molto impegnato a giocare con i nastrini del corpetto di una
delle cortigiane, Raina mentì. «Sto bene. Starò bene,
grazie.»
Ma Evard non sembrava affatto convinto e si sporse
verso di lei per parlare sottovoce. «Milady, non spetta a me
dirlo e vi chiedo perdono se le mie parole vi offendono, ma
la scelta di sposare Nigel ha lasciato perplessi molti di noi.
Ci chiediamo se non abbiate affrettato le cose in seguito al
grande dolore che provate per la morte di vostro padre e per
le attuali circostanze.»
Raina lo guardò e capì di potersi fidare di lui.
«Qualunque cosa Nigel abbia detto,» disse in un sussurro