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Le labbra di Raina bruciavano per quel bacio violento ed
era troppo confusa per poter rispondere. Allora Rutledge la
prese per le spalle e la scosse. «Dimmelo!»
«Mai!»
«Dannazione!» gridò furioso, e la spinse via mentre si
avvicinava alla finestra, ma senza perderla di vista. In un
ultimo disperato tentativo, Raina cercò di fuggire; riuscì ad
aprire la porta e uscì in corridoio, ma Rutledge arrivò di
corsa alle sue spalle e la bloccò afferrandola per la vita e
serrandole la bocca con una mano.
«Lo aspetteremo insieme» le sussurrò mentre la teneva
stretta. «E a meno che tu non voglia morire, non pensare di
allertare le guardie.»
In fondo alle scale si udì la voce di un uomo. «Lady
Raina?» Trascorse un lungo momento mentre Rutledge la
teneva ferma in corridoio. «State bene, milady?»
Rutledge si passò un dito sulle labbra per intimarle di
tacere. I suoi occhi scuri brillavano di quella minaccia.
Raina si sentì morire quando udì i passi di alcuni uomini su
per le scale. Rutledge non perse tempo ed entrò subito in
azione trascinandola con sé nella direzione opposta, verso le
scale strette che portavano all'entrata segreta. Il tentativo di
Raina di gridare un avvertimento alle guardie fu ridotto a
un gemito strozzato dalla mano che le serrava la bocca.
Lottò contro quella presa potente. Mentre la stretta di
Gunnar si faceva più forte sui polsi di Raina, la morsa che le
teneva chiusa la bocca si allentava. La ragazza colse
l'opportunità di reagire mordendogli la mano e poi gridò
con tutto il fiato che aveva in gola.
Le imprecazioni delle guardie risuonarono su per le
scale.
«Aiutatemi!» gridò. Sentendo le guardie affrettarsi su per
le scale, Raina strattonò Rutledge, che continuò a tenerla
stretta per un braccio mentre sguainava la spada. Due delle