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Raina lo guardò con lo sguardo innocente di un bambino.
Quanta ingenuità! Nigel abbozzò una risata. «Proprio in
buona fede.» Tornò vicino alla finestra, dove incrociò le
braccia sul petto. «Quanti regni sono caduti dietro la
promessa di buona fede di un farabutto?»
«Non è un farabutto» affermò Raina «e ci possiamo fidare
della sua parola. Io mi fido.»
Nigel la derise. «Santo cielo, Raina! A sentirti parlare si
potrebbe quasi credere…» All'improvviso si fermò. Nigel si
sentì gelare il sangue da quell'amara consapevolezza. Restò
a bocca aperta. Si voltò lentamente, incapace di nascondere
tutto il disgusto che provava in quel momento. «Hai
sviluppato dei sentimenti per lui?»
Raina distolse lo sguardo, non riuscendo a sostenere
quello di Nigel. «Sì, è successo mentre ero con lui» sussurrò
vaga. «Nigel, non mi aspetto che tu capisca…»
«Ci sei andata a letto?»
Nigel si stupì della calma che aveva invaso la sua voce,
perché la rabbia che provava dentro di sé era un fiume in
piena che minacciava di farlo esplodere. Il silenzio di Raina
divenne una risposta intollerabile.
«Rispondimi!» Si allontanò dal davanzale della finestra e
andò verso di lei. L'afferrò per le braccia. «Dimmelo,
maledizione! Gli hai permesso di toccarti? Hai aperto le
gambe per lui?»
«Nigel, ti prego.» Raina provò a divincolarsi dalla sua
presa. «Mi stai facendo male!»
Più Raina tentava di liberarsi e più lui sentiva le sue dita
stringerla.
La verginità di Raina, che non aveva mai potuto
reclamare, gli era stata portata via. Raina lo aveva tenuto
lontano per anni, e adesso si era concessa a un altro. Per
quanto quel tradimento fosse doloroso, una parte di lui
voleva ancora torturarsi - no, aveva bisogno - di sentirla