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petto, le mani appoggiate al tavolo, mentre lei continuava<br />

ad accarezzarlo.<br />

Di lì a poco, però, la tensione s'insinuò nuovamente nei<br />

muscoli di Rutledge, tanto che Raina si domandò se non<br />

avesse fatto qualcosa di sbagliato. Il suo respiro si era fatto<br />

più pesante, <strong>un</strong>a sorta di ansia si era impadronita del suo<br />

essere. Quando Raina si fermò, lui le sussurrò con voce<br />

rauca «Non smettere», ma lei non riusciva a muoversi né a<br />

togliergli le mani di dosso.<br />

Qualcosa era cambiato. Raina lo sentiva dentro di sé e di<br />

sicuro anche per G<strong>un</strong>nar era lo stesso. A partire dall'attimo<br />

stesso in cui lo aveva toccato, aveva smesso di essere <strong>un</strong>a<br />

prigioniera che eseguiva <strong>un</strong> ordine con riluttanza per<br />

diventare <strong>un</strong>a donna che voleva accarezzarlo e che lo<br />

desiderava. Non poteva più negarlo a sé stessa e di sicuro<br />

anche G<strong>un</strong>nar ne era consapevole, perché quando strinse le<br />

sue mani attorno ai polsi di Raina, lei si abbandonò a <strong>un</strong><br />

sospiro lascivo cui fece eco <strong>un</strong> gemito di lui.<br />

G<strong>un</strong>nar l'attirò a sé appoggiandole la testa sul ventre<br />

mentre le spingeva le mani sulle sue spalle, sotto la stoffa<br />

leggera della t<strong>un</strong>ica. Come fossero dotate di vita propria, le<br />

dita di Raina si allargarono sui muscoli del suo torace,<br />

avanzarono attraverso la peluria del petto, si posarono sui<br />

suoi capezzoli duri come sassi. Lei chiuse gli occhi nel<br />

tentativo di chiudere fuori di sé le forti ondate di piacere e la<br />

curiosità che le faceva desiderare ardentemente di spingersi<br />

oltre, verso il suo ventre e ancora più giù.<br />

«Oh, ti prego, no» sussurrò e fece per liberarsi dalla sua<br />

presa, ma Rutledge la bloccò. Si voltò sulla sedia per<br />

guardarla, i suoi occhi socchiusi, le labbra piene increspate<br />

in <strong>un</strong> sorriso sinistro, le narici dilatate. Raina sentiva il suo<br />

respiro caldo sulla pelle.<br />

«Per favore, lasciami andare» lo supplicò.<br />

«È davvero quello che vuoi?» le chiese lui con sguardo

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