Scaricare - Condividere un file PDF

Fece un lungo respiro e bevve una sorsata di vino, che
non riuscì a lavare via tutta la paura e il rimorso che si
annidavano dentro di lui. Da quando una notte di quattro
anni prima, Gunnar aveva salvato Alaric da quella che
sarebbe stata per lui una fustigazione letale, il ragazzo aveva
cavalcato al suo fianco notte e giorno, spostandosi di città in
città, aiutandolo a procacciarsi da mangiare. Alaric si era
fidato di Gunnar ed era l'unica persona che era sempre
rimasta al suo fianco, fedele. Il suo più caro…
Poteva forse considerare Alaric un amico?
Quella parola aveva un sapore strano per un uomo
abituato a non fidarsi mai di nessuno, a non legarsi mai a
nessuno. Gunnar sapeva che Alaric gli voleva bene, o
almeno lo aveva fatto fino a quel momento, ma non sapeva
dire se quell'affetto fosse frutto di gratitudine o dovere.
Alaric aveva dato prova di essere un paggio devoto e uno
scudiero ansioso di imparare il più possibile, desideroso di
provare un giorno il suo valore. Anche se non lo aveva mai
ammesso apertamente, Gunnar aveva sempre accarezzato
l'idea di poterlo sostenere in questo cammino.
Ma quella notte non c'era spazio per questi pensieri.
Quella notte dovevano prevalere l'onore, il dovere e la
responsabilità che ne derivava.
Il suo scudiero gli aveva disobbedito deliberatamente e
Gunnar non aveva altra possibilità che punirlo. Tutti i suoi
uomini si aspettavano che lo facesse, Alaric stesso se lo
aspettava.
Gunnar aprì la porta della stalla. Voleva solo liberarsi in
fretta di quello sgradevole compito. La luce della torcia
tremolava nell'aria della notte e si rifletteva negli occhi dei
cavalli. Alaric era di spalle in fondo alla stalla e si stava
slacciando la tunica.
Gunnar rimase in piedi in quel silenzio opprimente e
volse lo sguardo alle travi di legno sul soffitto. «Non mi