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sfioravano. Ecco la verità: Raina lo desiderava, forse tanto
quanto lui desiderava lei. Alla fine Gunnar scoppiò a ridere,
una risata sonora e compiaciuta, piena di orgoglio maschile,
e lui per primo se ne stupì.
Raina aprì gli occhi e piena di indignazione emise un
gemito che acuì il divertimento di Gunnar. Cercò di
liberarsi. «Dio, quanto ti odio! Vorrei non averti mai
incontrato!»
«Proprio così, Raina» replicò lui in tono arrogante. «Puoi
respingermi, maledirmi, anche disprezzarmi se devi, ma
non provare a negare che mi vuoi perché non ti crederò
mai.»
«Non è vero!»
«Invece sì!» ribatté Gunnar, infastidito dal fatto che l'idea
gli piacesse. «E dubito fortemente che riusciremo a resistere
ancora a lungo a questa attrazione.»
«Sei un pazzo furioso, la bestia più arrogante che abbia
mai incontrato!»
«Sì» concordò lui, limitandosi a sorridere davanti
all'espressione indignata di lei.
«Liberami subito, spregevole farabutto!» gridò
dimenandosi sotto il suo peso.
«Promettimi che non cercherai più di fuggire in modo
così avventato e potrei pensarci su.»
«Ti direi una bugia» affermò Raina.
«Allora farò in modo che tu non ci riprovi ancora. Lo
farò personalmente e con metodi più affidabili.»
Raina lo guardò perplessa. «Che vuoi dire?»
Invece di risponderle, Gunnar si alzò, la prese in braccio
e la portò verso il suo cavallo. Tenne strette le briglie nel
caso Raina cercasse di scappare. La fece salire e poi si
sistemò dietro di lei galoppando verso la fortezza.
* * *