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avevi mai disobbedito prima d'ora, Alaric» disse Gunnar
guardando il suo scudiero. «Perché adesso? Che spiegazione
puoi darmi per il tuo comportamento?»
Alaric non lo guardò e si voltò appena. «Milord, nessuna
spiegazione potrebbe giustificare il mio comportamento»
ammise. «In realtà non avevo nessuna intenzione di
trasgredire i vostri ordini.»
«Allora perché l'hai fatto?»
Lo scudiero rimase in silenzio per qualche attimo e poi
rispose in un sussurro che Gunnar udì a malapena. «Mi
dispiaceva per lei. Stava piangendo.»
Gunnar sentì una punta di rimorso ma la ricacciò
indietro con sarcasmo. «Un piano ingegnoso, escogitato
senza dubbio per spingerti ad aiutarla.» Gunnar prese
un'altra sorsata di vino dal fiasco e guardò Alaric negli
occhi.
«Io non credo sia così, milord. È una ragazza gentile e
anche se è una d'Bussy ha il cuore puro. So cosa vi ha fatto
il barone e capisco il vostro desiderio di vendetta, ma non
riuscivo a sopportare il pensiero che lei potesse soffrire a
causa vostra.»
«Cristo…» mormorò Gunnar e prese a camminare su e
giù per la stalla. Erano tutti convinti che non riuscisse a
controllare i suoi impulsi? Erano tutti convinti che si
comportasse come una bestia? Capiva che Raina potesse
temerlo, e a dire il vero anche lui aveva paura di sé stesso
quando era con lei, ma il fatto che Alaric lo pensasse capace
di disonorarla lo feriva oltremodo. Cosa pensava di lui quel
ragazzo? Ma più di tutto, perché diavolo gli importava di
saperlo? Gunnar si fermò e appoggiò la fronte su una delle
travi di sostegno della stalla. «Tu non capisci…» ma Alaric
lo fermò.
«Sì, lo so. La guerra è fatta così milord, ma da voi non
me lo sarei mai aspettato…» la voce di Alaric si abbassò di