Scaricare - Condividere un file PDF

davanti al barone. «Ho detto ai contadini di salvare quello
che possono dei raccolti, ma temo che gran parte delle
provviste siano andate distrutte. La maggior parte delle case
dovranno essere ricostruite e posso solo immaginare a quale
prezzo…»
Con un gesto della mano, il barone lo fece tacere. «Ho
sentito abbastanza. Non voglio essere disturbato con il
resoconto di queste perdite insignificanti.»
Nigel si accigliò. «Perdite insignificanti, milord?
Perdonatemi, ma quello che ci è costato questo farabutto è
tutt'altro che insignificante…»
«Ha preso Raina.»
Nigel lasciò cadere l'elmo a terra e imprecò.
«No, dannazione! No!» Si passò una mano tra i capelli e
prese a camminare in modo rabbioso.
«Se quel bastardo osa toccarla, che Dio mi aiuti, giuro
che lo farò a pezzi con le mie mani!»
Quando Nigel si voltò, il barone vide i suoi occhi brillare
di rabbia.
«Perché?» urlò Nigel. «Perché non siamo stati in grado di
impedirlo? Dov'è quel maledetto castellano? Voglio la sua
testa!»
Provando uno strano senso di affinità con Nigel in quel
momento di apprensione e impotenza, il barone si alzò
dalla sedia e gli si avvicinò mettendogli una mano sulla
spalla. «Ho mandato delle squadre a cercarla in ogni angolo
della regione, ragazzo. La troveremo.»
La mano di Nigel era fredda quando si posò sul braccio
del barone. I loro sguardi si incontrarono. «La troverò,
milord. Amo Raina tanto quanto voi e vi prometto che
ucciderò Rutledge per questo… È una promessa che faccio
anche a me stesso.»
Detto questo, Nigel si piegò per raccogliere l'elmo e con
un gesto plateale lasciò il salone.