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«Molto commovente.»
Raina si voltò e vide Nigel che li spiava, nascosto
dall'oscurità delle segrete. Era appoggiato contro la parete;
distrattamente teneva la mano destra sull'elsa della spada.
«Ti avevo detto che ti avrei tenuta d'occhio, dolcezza. Ora
dimmi, che pensavi di fare venendo qui nel cuore della
notte? Avevi forse ideato un audace salvataggio di
mezzanotte?»
«Volevo solo rivederlo.» Raina tornò a guardare Gunnar;
lo guardava attentamente mentre senza farsi notare gli
passava il pugnale. «Volevo rivederlo per dirgli addio.»
Detto questo, Raina si fece coraggio e si alzò in piedi per
affrontare Nigel.
«Davvero?» chiese lui molto lentamente. «Perché a me
non sembrava affatto un addio.» Nigel le si avvicinò
impettito. «Mi sorprendi Rutledge.» Landò uno sguardo
oltre le spalle di Raina mentre Gunnar cercava
disperatamente di alzarsi in piedi, ma senza riuscirci. «Mi
aspettavo di trovarti morto ormai» disse ridacchiando. «O
almeno, lo speravo.»
«Ma che razza di mostro sei?» lo accusò Raina
mettendosi tra Nigel e Gunnar. «Come hai potuto farlo?»
«Ma non ho ancora fatto niente, tesoro mio. Infatti, sono
venuto qui proprio per finire il lavoro. Vuoi spostarti
adesso, per favore?»
«No» replicò lei. «Lascialo stare Nigel. Lo hai già quasi
ucciso.»
«Una svista a cui intendo rimediare subito. Fatti da
parte.» Quando vide che Raina non aveva nessuna