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abbandonato in un angolo accanto a una coppa di vino
rovesciata. Era come se tutte le coppe e i bicchieri del
castello fossero finiti in quella stanza: alcuni erano stati
allineati sul davanzale della finestra, altri erano sparsi a
caso. Si voltò verso suo padre e fu percorsa da un brivido
quando dovette arrendersi all'evidenza che ormai era solo
l'ombra dell'uomo che aveva lasciato solo una settimana
prima. Si strinse le braccia al petto nella triste
consapevolezza che non avrebbe mai più trovato conforto
nell'abbraccio di suo padre.
«Sei fredda» esordì lui e si lasciò cadere in ginocchio
davanti al caminetto. All'improvviso, ansimando, allungò
una mano e tirò fuori dal camino un oggetto annerito. Se lo
strinse al petto come se avesse voluto nasconderlo, poi si
voltò verso Raina con aria colpevole. «Non volevo
bruciarlo» sussurrò scuotendo la testa come un bambino
timoroso di essere punito. «Davvero, non volevo!»
Raina si avvicinò osservando quell'oggetto e quando capì
cos'era, scoppiò a piangere. Aveva dato fuoco alla Bibbia di
sua madre.
Il barone la consegnò a Raina come fosse un uccellino
bisognoso d'aiuto. Era sporco di fuliggine sul mento e anche
sulla tunica. «Mi dispiace, Margareth» mormorò guardando
Raina. «Mi dispiace tanto.»
La Bibbia gli cadde dalle mani tremanti, andando in
pezzi. Le belle pagine che avevano confortato Raina
quando era bambina orano ridotto a un ammasso di colori
in mezzo a un mare nero, con gli angoli divorati dal fuoco.
L'ultimo ricordo di sua madre era ormai svanito per sempre.
«Ho distrutto tutto» mormorava il vecchio stringendosi le
tempie, in ginocchio davanti al camino. Scuoteva la testa
disperato. «Potrai mai perdonarmi?»
Raina gli si inginocchiò accanto e prese le sue mani
rugose e sporche. «Papà, cos'è successo qui? Cosa ti