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Nigel.
Dopo che il paggio ebbe riempito i boccali di tutti, Nigel
sollevò il suo verso Evard. «Brindo alla tua salute, amico
mio, perché il tuo pallore spettrale mi preoccupa molto.»
Nigel aveva appena posato sul tavolo il suo boccale,
quando udì le grida di una donna provenire dal corridoio in
fondo alla sala da pranzo. Tutti sollevarono la testa.
«Al fuoco!» gridava lei, indicando un punto verso le
camere da letto. «Il villaggio va a fuoco!»
Dalla sala si levarono grida di guerra mentre la scorta del
barone, preparandosi a un confronto anticipato con quei
banditi, si alzava da tavola in modo goffo, rovesciando le
panche.
Il barone, che sedeva accanto a Raina, si alzò con il viso
cinereo. In pochi attimi, Nigel era già davanti a lui con un
sorriso maligno e trionfante stampato in volto. «Darete
finalmente l'ordine di contrattaccare, milord, prima che quei
bastardi si facciano beffe ancora una volta del vostro
potere?»
«Sì» acconsentì il barone. «Raduna tutti gli uomini!»
Con un grido, Nigel richiamò i compagni alle armi e si
precipitò fuori dalla sala seguito da un nutrito gruppo di
uomini.
«E fai sellare il mio cavallo» gli gridò appresso d'Bussy.
«Questa battaglia la combatterò anch'io.»
Raina toccò il braccio di suo padre. «Papà… ti prego,
non andare. Lascia che siano Nigel e i cavalieri a vedersela
con quei farabutti. Sono più giovani e pronti a combattere.
Ti prego, non posso sopportare il pensiero che potresti
tornare ferito.»
«Nemmeno io riesco a sopportare il pensiero che possa
succederti qualcosa di tremendo, e il motivo per cui ho
sopportato questo tormento stanotte cesserà d'esistere. Non
agitarti, figlia mia. Sarai al sicuro qui con le mie guardie.»