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Gunnar rise. «Avrei dovuto sospettarlo.» Le si avvicinò e
le raccolse i capelli bagnati dietro il collo, così da lasciarle
liberi il viso e le spalle. Raina era nuda davanti a lui, il suo
corpo totalmente esposto a quello sguardo ardente. «Sei
sempre stata così bella?» disse lui con voce roca.
Raina non poté rispondere, perché le labbra di Gunnar si
chiusero sui suoi capezzoli e restò senza fiato, la mente
svuotata da parole e pensieri. Gunnar si inginocchiò davanti
a lei succhiandole i capezzoli. La sua lingua e le sue labbra
erano così calde contro la sua pelle e la barba la graffiava
dolcemente.
Si spostò più in basso, baciandole il ventre e poi ancora
più in basso, mordicchiando la zona delicata tra le cosce. La
sfiorò e lei aprì le gambe, timidamente, non sapendo cosa
aspettarsi. Gunnar invece lo sapeva. Percorse tutto il suo
corpo con le labbra e con le mani, assaporando la sua pelle e
dandole piacere in modi che Raina non aveva mai
immaginato e che anche ora le sfuggivano. Gemette quando
sentì Gunnar penetrarla con le dita.
«Oh, Gunnar…» sussurrò in quello che era poco più di
un lamento, una promessa di resa incondizionata. «Oh,
sì…»
Raina si sentì sciogliere tra le sue mani. All'improvviso
sentì le gambe liquide, molli; la sua carne si fondeva e
fremeva sotto le dita di Gunnar. Non era più sicura di essere
in piedi, perché dentro di sé volteggiava sentendosi
inghiottire da ondate di squisito piacere. Gunnar continuava
ad accarezzarla con la lingua, senza sosta. La succhiava. La
divorava.
Raina pronunciò il suo nome in un mormorio
supplichevole quando un'altra ondata di piacere si abbatté
su di lei trascinandola in un picco di estasi. Sfinita e
stordita, Raina tornò sulla terraferma e si rese conto che
Gunnar si era allontanato da lei. La brezza estiva le