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i suoi malvagi intenti solo per un attimo di piacere? Era
decisa a dirgliene quattro per come aveva trattato Alaric e
invece aveva finito con il permettergli di farle cose che
nessuno aveva il diritto di fare. La scioccava il pensiero che
nonostante Rutledge avesse dimostrato di essere un
bugiardo prepotente e un crudele assassino, lei in realtà
tendesse a giustificarlo, a credere che sotto quella corazza di
cattiveria battesse un cuore. Che stupida!
Con le gonne fradice appoggiate al braccio, Raina fece
ritorno alla fortezza. Voleva solo essere lasciata in pace e
non vederlo mai più, per non scorgere riflessa nei suoi occhi
tutta la vergogna che provava in quel momento. Desiderava
solo tornare a casa e vivere al sicuro, protetta da suo padre.
Oltrepassò il pollaio spaventando alcuni polli che presero a
svolazzare in tutte le direzioni. Schiamazzavano coprendo
così il respiro affannoso di Raina. Quando arrivò in
prossimità della stalla si fermò, si guardò intorno e si
appoggiò contro il muro. Si mise una mano davanti alla
bocca e cercò di ricomporsi prima di dover affrontare lo
sguardo di tutto il popolo della fortezza. Nessuno avrebbe
dovuto vederla così. Era già abbastanza imbarazzante che
Rutledge sapesse come si sentiva. Diventare lo zimbello di
tutti sarebbe stato troppo.
Fece un bel respiro per calmarsi e sentì la porta della
stalla aprirsi. Ne uscì Alaric e, non appena la vide, la sua
espressione si indurì. Si voltò in fretta per tornare alla
fortezza.
«Alaric!» Raina dimenticò per un attimo le sue
preoccupazioni e prese a seguirlo per scusarsi e per
controllare di persona che stesse bene. «Alaric, ti prego,
devo parlare con te.»
Il ragazzo le lanciò uno sguardo furtivo e poi prese a
camminare più veloce. Raina si sentì morire vedendo che il
ragazzo che prima la guardava con affetto, adesso voleva