Scaricare - Condividere un file PDF

afferrarle la mano e metterla dove gli avrebbe fatto
infinitamente più piacere.
Gunnar sapeva che se lei lo avesse guardato, per lui
sarebbe stato impossibile controllarsi. Se in quegli occhi
verdi avesse intravisto anche solo un briciolo di abbandono,
Gunnar si sarebbe lasciato andare. Perciò chiuse gli occhi e
pregò che Raina finisse in fretta, così avrebbe potuto
andarsene.
«Ti faccio male?»
Gunnar riaprì gli occhi e vide che Raina lo stava
guardando. Temendo che lei potesse intuire i suoi veri
sentimenti, distolse lo sguardo e le osservò la bocca. Fu un
grave errore. Le labbra di Raina erano morbide e lei le
inumidiva con la lingua.
Dio, quanto desiderava baciarla.
«No» riuscì a dire alla fine, ed era più un ordine che
aveva dato a sé stesso che una risposta alla sua domanda.
Sì, gli faceva male, pensò. Ma il dolore che Raina gli
causava era tra i più dolci; un desiderio forte come non
aveva mai provato in vita sua. Un dolore che solo i suoi
baci potevano lenire.
«Ho finito» sussurrò lei tornando a occuparsi del braccio
ferito. Quando si abbassò per tagliare il filo aiutandosi con i
denti e le sue labbra gli sfiorarono la pelle, Gunnar sussultò.
Raina lo guardò stupita. Poi gli sorrise. «Pensavi forse
che ti avrei morso?»
Avrebbe voluto risponderle con una battuta a tono ma
disorientato si rese conto che non riusciva a proferir parola.
Riusciva solo a guardarla, sperando che se ne andasse,
eppure desiderando con tutte le sue forze che gli restasse
vicina.
Ancora più vicina.
Raina si stava allontanando e, quasi senza accorgersene,
Gunnar l'afferrò per un polso. Lei esitò e lentamente sollevò