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avvicinandosi.
«Me l'ha insegnato mio padre. Ricordo di aver imparato
non molto tempo dopo aver iniziato a camminare.»
Intanto Raina lo aveva quasi raggiunto e decise di
provare a distrarlo. «Io sarei spaventata al pensiero di dover
mettere la faccia sott'acqua per cosi tanto tempo. Come fai a
trattenere il fiato cosi a lungo?»
«Allenamento» disse lui alzando le spalle «e controllo.»
«Be', sono davvero senza parole, milord.» Lui sorrise del
complimento. Stuzzicare il suo orgoglio si era rivelata essere
l'esca migliore. Povero girino, stava per abboccare. «Mi fai
vedere di nuovo come si fa?» lo incitò lei.
«Ma certo.» Gunnar si immerse di nuovo, lentamente,
sempre tenendola d'occhio. Nell'attimo in cui la sua testa
scomparve sotto la superficie del lago, Raina fece uno scatto
in avanti nuotando verso la riva. Dopo due sole bracciate, si
sentì bloccare dalle forti braccia di Gunnar, che l'afferrò per
la vita e la tirò indietro. Raina gridò mentre Gunnar la
sollevava di peso fuori dall'acqua e la issava sulle sue spalle.
«Ti piace barare, milady» esclamò ridendo e le diede un
bacio leggero sul fondoschiena. Arrivato sulla sponda la
mise giù. «Bene, dato che ho praticamente vinto dovrò
pensare a un premio adeguato.» L'afferrò per le natiche e la
tirò a sé. Le sorrise e la guardò con gli occhi pieni di
desiderio mentre la sua erezione si faceva sempre più
evidente.
«Non così in fretta, milord» lo redarguì Raina liberandosi
del suo abbraccio con fare di sfida. «Mi hai portata a riva
con te, il che significa che siamo arrivati al traguardo
insieme. Abbiamo vinto entrambi e quindi anche io posso
reclamare un premio.»
«Mmm,» mugugnò lui «bara e anche in modo
intelligente. Sei sempre stata così insolente?»
«Sempre.»