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potesse rinunciare a lei così facilmente.
Mentre si avvicinavano al cancello, Gunnar ordinò alle
guardie di aprirlo. Gli lanciarono sguardi carichi di
perplessità, ma obbedirono senza proferir parola. Gunnar
sgattaiolò fuori non appena il cancello si aprì. Raina si
aspettava che l'avrebbe messa a terra e che avrebbe richiuso
la grata lasciandola lì da sola. Invece continuò a
camminare.
«Dove mi stai portando?»
«A fare un bel bagno, milady» le rispose senza nemmeno
un po' di fiatone. «E anche io lo farò, milady. Un bel bagno
freddo. Magari mi rimetterà un po' di sale in zucca.»
«Non farò il bagno con te!» ansimò Raina, terrorizzata al
pensiero.
Gunnar non la degnò di una risposta e continuò a
camminare in direzione del laghetto. Mentre si
avvicinavano, un airone spiccò il volo dal canneto
circostante, coperto, come il terreno, da una leggera foschia.
Raina rabbrividì alla vista di quel luogo.
«Non ho intenzione di fare un bagno nell'acqua gelata»
sentenziò. «E di certo non in tua compagnia!»
Rutledge continuò a camminare.
«Hai sentito cos'ho detto? Lasciami andare, subito!»
Rutledge entrò nel lago e si fermò solo quando l'acqua gli
raggiunse le ginocchia. «Forse raffredderà anche la testa
calda della mia signora.»
Detto questo, la scaraventò in acqua.
Raina ebbe appena il tempo di realizzare quanto stava
accadendo prima di colpire la superficie dell'acqua, che la
inghiottì con ondate fredde. Il freddo le mozzò il fiato per
un attimo e, non volendo, bevve una sorsata d'acqua. Con i
piedi toccò il fondale melmoso e tornò in superficie,
sputando e tossendo mentre si toglieva i capelli dal viso.
Non appena Raina sentì di aver di nuovo il controllo su di