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grande preoccupazione di Raina. Il barone sollevò una
mano per riportare il silenzio. «Ringrazio Dio per il suo
ritorno a casa, ma devo anche ringraziare il suo rapitore.»
Molti uomini si scambiarono occhiate confuse, mentre altri
si chiusero in un silenzio carico di diffidenza. «Se non fosse
stato per la sua clemenza, Raina non sarebbe qui oggi. Ecco
perché ho deciso di incontrare Rutledge domani per
discutere un accordo di pace e andrò solo, come lui mi ha
chiesto.»
Raina tirò il sospiro di sollievo che aveva trattenuto fino
a quel momento e si alzò in piedi accanto a suo padre. Lo
baciò su una guancia. «Grazie» gli sussurrò all'orecchio.
«Io non mi fido di lui» annunciò Nigel sul piede di
guerra. Parlò più che altro agli uomini riuniti nel salone,
senza mai degnare di uno sguardo il barone. «Io dico
d'incontrarlo come previsto, ma con il nostro esercito. Solo
così saremo sicuri di poter avere pace in futuro.»
Grida di assenso si levarono dal fondo del salone.
«No» obiettò il barone con voce ferma. «Non tradirò la
mia promessa. Raina mi ha assicurato che è un uomo degno
di fiducia e la parola di mia figlia è tutto quello che mi
serve.» Poi tornò a rivolgersi al suo popolo: «E dovrebbe
bastare anche a voi.»
La voce di Nigel si levò sopra tutte le altre mentre tutti
riprendevano i loro posti a tavola. «E se le sue condizioni di
pace significassero perdere Norworth e le sue ricchezze?
Quanto dovremmo pagare la promessa di pace di un
farabutto?»
«La felicità e l'incolumità di mia figlia sono più
importanti per me di qualunque possedimento. Non credo
che tu voglia mettere in discussione il valore di Raina,
Nigel.»
«No, milord,» acconsentì Nigel in un sospiro «certo che
no. Ma che ne sarà di me? Se vi arrenderete a quel