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Inghilterra, 1153
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Il nome del barone d'Bussy era sulla bocca di tutti in
Inghilterra. Nelle ultime settimane, i banditori avevano
diffuso la notizia del grande torneo da lui organizzato fino
agli angoli più sperduti della regione, e ora dozzine di
tendoni erano spuntati come funghi sulla pianura che si
estendeva ai piedi del castello di Norworth: una conferma
della vanità del barone e dell'attenzione con cui curava i
propri interessi. Ovunque si vedevano sventolare vessilli,
quelli dei cavalieri indipendenti e quelli che invece
rappresentavano le baronie e i lord delle terre limitrofe.
Alla luce del crepuscolo, un centinaio di uomini, donne e
bambini passeggiavano lungo l'ampio viale che attraversava
quel villaggio improvvisato di tendoni. Alla fine di una
stradina, due uomini combattevano a mani nude tra le grida
di una manciata di spettatori che li guardavano rapiti.
Cavalieri pronti a pavoneggiarsi si aggiravano ovunque con
aria spavalda; molti di loro, ubriachi, incespicavano in
direzione delle loro tende in compagnia di qualche
fanciulla. I più seri invece si prendevano cura dei loro
destrieri con l'aiuto di scudieri obbedienti; altri ancora
sedevano fuori dalle loro tende a lucidare le armature o a
controllare che le armi che avrebbero usato l'indomani
fossero in buono stato.
In quest'atmosfera festosa, un lampo di luce in
lontananza passò del tutto inosservato.
Squarciò il cielo all'imbrunire e illuminò gli occhi di
qualcuno che non prestava attenzione alla vallata in