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se vuoi che mi fermi…»
Incapace di dar voce ai suoi pensieri, Raina inarcò i
fianchi per incontrare quelli di lui, guardandolo dritto negli
occhi nella speranza di fargli capire che non era mai stata
tanto sicura di qualcosa in vita sua. Chiuse gli occhi e lo tirò
a sé baciandolo, facendogli scivolare la lingua tra le labbra.
Gunnar ricambiò avidamente, l'abbracciò e, spingendola
contro il materasso, la penetrò facendole perdere la
verginità.
Raina provò una fitta di dolore e trattenne il respiro ma
Gunnar la teneva stretta a sé, restando fermo dentro di lei
mentre il suo corpo si abituava alla sua presenza. Il fastidio
svanì nel giro di pochi attimi, lasciando posto a un
piacevole calore e a una squisita sensazione di pienezza,
impossibile da descrivere. Tutti i suoi sensi erano riempiti
da lui: la dolcezza dei suoi baci, la morbidezza vellutata
della sua pelle, il calore speziato dei loro corpi insieme.
Raina gli accarezzò la schiena e le spalle mentre muoveva
dolcemente i fianchi.
Al tocco delle sue dita i muscoli di Gunnar si irrigidirono
e iniziò a muoversi lentamente, avanti e indietro. Le baciò
le labbra, il mento, il naso, tenendola stretta a sé, spingendo
dentro di lei tanto che Raina non riusciva più a distinguere i
loro corpi. Gunnar l'amava teneramente; entrava dentro di
lei con delicatezza anche se il suo corpo era ormai duro
come marmo. Raina aveva capito che lui voleva di più, che
stava solo aspettando un cenno per far esplodere tutta la sua
passione. Gli cinse allora la vita con le gambe, spingendolo
dentro di sé.
Gunnar non aspettava altro.
Spinse con impeto e Raina lo prese, spronandolo a
penetrarla più profondamente, desiderando che lui perdesse
il controllo, volendo esserne lei la causa. Gunnar gemette
più forte quando una delle sue spinte incontrò quella di