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perché sapeva i motivi che mi avevano spinto a un tale gesto
e mi ripagò con la stessa moneta quella sera, quando si tolse
la vita.»
All'improvviso Raina ripensò alla lite a cui aveva assistito
quando era solo una bambina e tutto divenne chiaro: i suoi
genitori che erano rientrati prima del previsto dal torneo, le
grida, le accuse…
«Era come se cercassi di dimostrarle qualcosa; come se
volessi farle capire che anche se non mi amava era
comunque in mio potere. Quella notte Margareth mi
dimostrò che mi sbagliavo, e mi lasciò solo con una figlia da
crescere senza di lei, con un vuoto dentro che non poteva
essere riempito. Così decisi di rivolgermi all'altra persona
che per causa mia aveva perso la persona amata: la vedova
di Rutledge. Non fui sorpreso quando lei rifiutò la mia
offerta, ma di nuovo la rabbia prese il sopravvento e attaccai
Wynbrooke deciso a piegarla al mio volere. Ma lei non
voleva arrendersi e così la colpii come non avrei mai potuto
colpire tua madre. Lei morì e suo figlio purtroppo vide
tutto…»
«Gunnar» sussurrò Raina e una lacrima le rigò il volto.
«I miei uomini mi dissero di averlo ucciso.» Il barone poi
si fece molto pensieroso. «Quando mi resi conto di quella
carneficina, non riuscivo a credere di averlo fatto davvero.
Ero sbigottito. Tornai a Norworth e giurai a me stesso che
sarei cambiato. Giurai che sarei stato un uomo migliore. Per
te. Tutto quello che volevo era essere degno del tuo amore.»
«Negare il tuo passato e seppellirlo sotto cumuli di bugie
non è stata la scelta giusta, papà. Non posso dirti che avrei
capito allora, e nemmeno adesso ci riesco, ma ti avrei amato
per avermi raccontato la verità. Non mi hai dato questa
possibilità.»
«Oh, Raina! Cosa posso fare per rimediare?»
«Puoi incontrare Gunnar domani» affermò Raina. «Puoi