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mano, se la portò alle labbra e la baciò. Poi l'appoggiò
contro il suo petto. Il suo cuore batteva all'impazzata,
eccitato quasi quanto il suo respiro.
Gunnar la baciò appassionatamente e con un ginocchio
le fece aprire le gambe. La sua erezione trovò posto tra le
cosce di Raina e Gunnar spinse i fianchi in avanti entrando
facilmente dentro di lei. Gemette quando la penetrò
completamente, riempiendola. Raina inarcò il bacino,
facendolo penetrare ancora più a fondo, per donarsi a lui
senza riserve. Lo afferrò per le spalle e lo tirò a sé tenendolo
stretto mentre lui spingeva dentro di lei con voracità.
La prese selvaggiamente, spinto dal desiderio di
penetrarle anche l'anima, di farla sua. Il suo bisogno di lei lo
faceva impazzire. La brama lo consumava. Spingeva il suo
sesso come se volesse entrarle sotto la pelle, per farle sentire
quanto il suo desiderio fosse forte. Con una spinta finale
Gunnar arrivò ancora più in profondità, gioendo dei gemiti
di piacere di Raina. Lentamente Gunnar si ritirò fin quasi a
uscire e poi tornò dentro con una spinta lunga e profonda
che portò Raina verso nuove vette di piacere.
Raina gridò inarcando il bacino. L'uomo l'abbracciò e la
strinse a sé spingendo sempre più a fondo; il desiderio gli
aveva ormai annebbiato i sensi e gli fece perdere il controllo.
Si strinse a lui, assecondando le sue spinte, baciandolo
sul collo e sotto l'orecchio, ansimando contro la sua pelle.
Gunnar esplose dentro di lei con un grido strozzato e il suo
seme si sparse in fretta nel calore avvolgente del suo ventre.
Una parte di lui sperava segretamente e in modo
sconsiderato di averle già riempito il grembo del seme di suo
figlio. Era una speranza folle e, peggio ancora, il desiderio
egoista di sapere che qualunque cosa fosse accaduta
incontrando suo padre, lui sarebbe sempre stato una parte di
lei e lei di lui. Ma Raina meritava di meglio che il suo figlio
bastardo. Meritava molto di più di quello che lui avrebbe