Insegnamenti - Università Ca
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252 <strong>Università</strong> <strong>Ca</strong>’ Foscari Venezia - Lettere e filosofia<br />
Dinamiche della modernità, Milano, Marinotti Edizioni, 1999 (o, in caso di particolari esigenze,<br />
con altro testo da concordare preventivamente con il docente)<br />
Indico qui di seguito, in via provvisoria e puramente orientativa, alcuni autori e testi ai<br />
quali le lezioni faranno riferimento. La bibliografia per l’esame sarà indicata all’inizio<br />
del corso e precisata anche in relazione all’andamento delle lezioni: H. BERGSON,<br />
L’evoluzione creatrice, a cura di F. Polidori, Milano, Cortina Editore, 2002; S. FREUD, Il<br />
perturbante, in ID., Psicoanalisi e vita quotidiana, Milano, Mondadori, 1991, pp. 617-657;<br />
M. HEIDEGGER, Il nichilismo europeo, a cura di F. Volpi, Milano, Adelphi, 2003; C. MI-<br />
CHELSTAEDTER, La persuasione e la retorica, a cura di S. <strong>Ca</strong>mpailla, Milano, Adelphi,<br />
1982; H. MARCUSE, L’uomo a una dimensione, a cura di L. Gallino, Torino, Einaudi,<br />
1999; E. MONTALE, Ossi di seppia, in Tutte le poesie, a cura di G. Zampa, Milano, Mondadori,<br />
1990; L. PAREYSON, Ontologia della libertà, Torino, Einaudi, 1995; G. PASQUA-<br />
LOTTO, East & West. Identità e dialogo interculturale, Venezia, Marsilio, 2003; L. PERISSI-<br />
NOTTO, Le vie dell’interpretazione nella filosofia contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 2002; L.<br />
PIRANDELLO, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, in Tutti i romanzi, a cura di G. Macchia<br />
e M. Costanzo, Milano, Mondadori, 1973, vol. II, pp. 512-735; P. RICOEUR, La<br />
memoria, la storia, l’oblio, Milano, Cortina Editore, 2003; R. RORTY, La filosofia e lo specchio<br />
della natura, a cura di D. Marconi e G. Vattimo, Milano, Bompiani, 1986; A. SCHOPEN-<br />
HAUER, La libertà del volere umano, a cura di C. <strong>Ca</strong>labi, Milano, Bruno Mondadori, 1998<br />
(oppure a cura di C. Vasoli, Roma-Bari, Laterza, 1981); E. SEVERINO, La filosofia contemporanea,<br />
Milano, Rizzoli, 1986; E. SEVERINO, La buona fede, Milano, Rizzoli, 1999; I. VA-<br />
LENT, Dire di no. Filosofia, linguaggio, follia, Cosenza, Teda Edizioni, 1995; S. VELOTTI,<br />
Storia filosofica dell’ignoranza, Roma-Bari, Laterza, 2003<br />
Gli iscritti all’ordinamento quadriennale che intendono iterare l’esame possono sostituire<br />
la bibliografia prevista per la parte generale (I modulo) con un breve elaborato<br />
scritto (10-15 cartelle) da discutere in sede d’esame; argomento e bibliografia vanno<br />
concordati con congruo anticipo con il docente. Per gli iscritti all’ordinamento triennale<br />
è prevista l’iterazione del solo secondo modulo.<br />
II Modulo<br />
Scoperta e vicende del sottosuolo: Dostoevskij, tra Schopenhauer e Nietzsche<br />
Dostoevskij – uno dei «più bei casi fortunati» della vita di Nietzsche, lo «psicologo» grazie<br />
al quale egli riusciva a comprendere se stesso – ha disegnato figure che «hanno nei<br />
pensieri, nelle azioni, il colore del sottosuolo» (F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli) e ha colto<br />
il legame che unisce morte di Dio, nichilismo e destino dell’uomo. L’immagine<br />
dell’uomo che lo sguardo appassionato di Dostoevskij ci restituisce è tutt’altro che rassicurante:<br />
un uomo che fatica a mantenere la propria identità, gettato in mondo nel quale<br />
sembra sovente abbandonato a se stesso, dilaniato da forze contrastanti, straziato dalla tentazione,<br />
dal male, dalla follia; un uomo «capace di mescolare insieme i più opposti contrari<br />
che immaginar si possa» e di «affondare lo sguardo» in due abissi contrapposti (Dostoevskij,<br />
I fratelli Karamazov); un uomo, in breve, che vive la lacerazione della contraddizione.<br />
Alle spalle di Dostoevskij (e di Nietzsche) c’è Schopenhauer, il pensatore che, nel modo<br />
più disincantato, ha saputo smascherare – prima di Nietzsche, di Marx, di Freud – la sicurezza<br />
a volte arrogante della ragione, scorgendo nella volontà, che ne produce le figure<br />
visibili, la verità del sottosuolo. Di qui l’esigenza di riflettere sul primato schopenhaueriano<br />
della volontà, non solo per meglio comprendere Dostoevskij e Nietzsche, ma anche<br />
per gettare uno sguardo dentro di noi e nel nocciolo profondo del mondo che abitiamo,