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Guida 2003-2004. Corsi di laurea 261 della vita famigliare in passato e in epoca contemporanea; 3. la variabilità dei confini tra privato e pubblico; 4. le interdipendenze strutturali tra lavoro di cura, familiare e per il mercato, con particolare riferimento ai modelli di welfare state; 5. la crisi d’autorità e di sentimento dei padri; 6. i legami tra genitori e figli lungo il corso di vita familiare; 7. le relazioni di coppia e le trasformazioni dell’intimità. Bibliografia Testi base: C. SARACENO, M. NALDINI, Sociologia della famiglia, Bologna, Il Mulino, 2001; G. CHIARETTI, Interni familiari. Relazioni e legami d’amore, Milano, Angeli, 2002. Ai testi base si aggiungono letture specifiche di approfondimento per gli studenti interessati. Propedeuticità. Agli studenti non iscritti al Corso di laurea in Servizio sociale si consiglia un esame propedeutico di Sociologia. Modalità d’esame. L’esame si svolgerà in forma orale e prevede, per gli studenti interessati, la presentazione di un elaborato scritto su un argomento concordato con la docente. Modalità di frequenza. La frequenza è obbligatoria per gli studenti iscritti al Corso di laurea in Servizio sociale. Nota Bene. La frequenza è consigliata soprattutto agli studenti che non hanno familiarità con le discipline sociologiche. È possibile anche una frequenza limitata a parti del corso e a specifici argomenti. Seminari e altre attività integrative. All’interno del corso è previsto un momento di approfondimento dedicato a “Il linguaggio dei sentimenti: fenomenologia della vergogna, il sentimento di colpa, il lutto”. Interverrà Maria Giacometti, psicologa. Docente Enrico Attila Bruni Dipartimento di Filosofia e teoria delle scienze e-mail: eabruni@unive.it II semestre Sociologia dell’organizzazione (osservazione etnografica-tirocinio) ENRICO ATTILA BRUNI è Cultore della Materia presso il corso di Sociologia dell’Organizzazione della Facoltà di Sociologia di Trento. Collabora stabilmente con enti di ricerca e formazione in qualità di formatore e ricercatore sui temi dell’etnografia organizzativa, della valutazione qualitativa della formazione e della gestione delle differenze nelle organizzazioni. I suoi interessi di ricerca sono rivolti ai processi di apprendimento e di gestione della conoscenza sapere all’interno delle organizzazioni, alla tecnologia quale fattore/processo di innovazione, ai processi di genere ed alle metodologie d’analisi qualitativa. L’etnografia organizzativa consiste nell’osservare ed interpretare i processi quotidiani dell’organizzare. Il corso si propone di fornire alcune indicazioni in merito al cosa significhi fare etnografia organizzativa ed al come farla, mostrandone la rilevanza in termini teorici ed empirici. Etnografia organizzativa 1. Dalle tribù alle organizzazioni: l’etnografia quale metodo e quale prodotto (cenni storici in merito allo sviluppo della ricerca etnografica, concentrandosi in particolare su come i concetti di ‘cultura’ e ‘alterità’ siano diventati sempre meno ‘esotici’ e sempre più ‘quotidiani’). 2. L’etnografia nelle dinamiche organizzative (con riferimento ad alcune et-
262 Università Ca’ Foscari Venezia - Lettere e filosofia nografie organizzative ci si concentrerà sui possibili usi della ricerca etnografica all’interno delle organizzazioni, mostrando i principali temi emergenti). 3. Etnografie organizzative: esempi di ricerca e strumenti d’analisi (a partire da alcuni episodi etnografici verranno proposti suggerimenti operativi e metodologici per l’applicazione del metodo etnografico allo studio delle organizzazioni). 4. Il lato oscuro dell’etnografia: l’etnografo (cosa fare, come comportarsi e quale ruolo assumere all’interno delle organizzazioni studiate è uno dei problemi più ‘spinosi’ per il ricercatore-etnografo; esaminando alcuni casi concreti si proporranno spunti operativi su come ‘giocare’ la propria figura di etnografo nell’organizzazione) Bibliografia A. BRUNI, L’analisi etnografica dell’organizzazione. Roma, Carocci, 2003 Altri testi e letture saranno fornite dal docente durante il corso. Modalità d’esame. Agli studenti frequentanti sarà richiesto di svolgere osservazione all’interno di un’organizzazione e di scrivere una relazione di ricerca, che costituirà il principale riferimento in sede d’esame. Modalità di frequenza. La frequenza è obbligatoria. Nota Bene. È ammesso un numero d’assenze pari al 30% delle ore di lezione. Docente Adriana Nannicini Dipartimento di Filosofia e teoria delle scienze e-mail: anan@planet.it I semestre Sociologia di comunità Per il curriculum del docente Adriana Nannicini v. sopra Laboratorio di produzione e promozione di comunità. In una fase storica contraddistinta da forti ambiguità, la tradizionale contrapposizione tra società che da Tonnies in poi segna la letteratura specifica, si arricchisce di interrogativi e di inquietudini. Accanto ad un uso utopico del concetto appaiono sempre più usi difensivi, tesi a reiterare esclusioni, segnati da necessità di certezze identitarie. Riconoscere e individuare contesti intermedi nell’asse individuo-stato, esperienze microsociali di partecipazione e gestione comune e condivisa, laddove i cittadini possono riconoscere i problemi e le risorse per affrontarli. Docente Michele Cangiani Dipartimento di Studi storici e-mail: cangiani@unive.it I semestre Sociologia economica MICHELE CANGIANI, lauree in economia e in sociologia. Precedenti esperienze di ricerca e insegnamento nelle Università di Bologna, di Toronto e Cornell. Campi d’interesse: teorie politiche ed economiche del XX secolo, lo sviluppo economico recente in Italia, analisi comparata dei sistemi economici, l’opera di Karl Polanyi. Pubblicazioni recenti: Economia e democrazia, Padova, Il Poligrafo, 1998. “La scienza economica alla prova della grande guerra”, in Gli intellettuali e la grande guerra, a cura di V. Calì et al., Bologna, Il Mulino, 2000. “L’economia veneta tra crescita e trasformazione”,
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