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Registro missive n. 5 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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habiamo ad tenere per havergli nela mano. Alla parte del Baptistra a da Pianelle, homo<br />

d’arme de Roberto nostro nepote, haveti nele mano, ve <strong>di</strong>cemo che satisfacendo luy quello<br />

manchi ad essere restituito ad quelli merchadanti, overo facendoli securi per modo siano<br />

cauti de havere quello gli manchi fra termine de deci dì advenire, siamo contenti lo faciati<br />

liberare, intendendovi de questo col commissario nostro de Parma, quale è informato de<br />

questo facto.<br />

Cremone, xxi iullii 1451.<br />

Cichus.<br />

a In A Bapstistra.<br />

208<br />

FRANCESCO SFORZA SCRIVE A GENTILE DELLA MOLARA DI INTERVENIRE EFFICACEMENTE<br />

CONTRO I COLPEVOLI, DOPO I MOLTI VANI TENTATIVI, PER LA RIPARAZIONE O IL RISARCIMENTO<br />

DEI DANNI CAUSATI A LEONE DELLI ARCELLI NELLA VILLA DELLA SALLA DAGLI UOMINI DI<br />

MADONNA LUCHINA.<br />

49r Gentili della Molaria.<br />

1451 luglio 21, Cremona.<br />

Ali dì passati fo facto grande dal magio, damno et anche sacomanato nel loco osia villa<br />

della Salla Leone dali Arcelli, nostro cita<strong>di</strong>no piasentino, et ciò fo per li homini della<br />

magnifica madonna Luchina; et non contenti a questo gli brusarono la casa in sua totale<br />

consumptione. La qual cosa, essendone molesta ultra quanto <strong>di</strong>ci posset, scripsimo et<br />

facissimo sappere la prefacta madonna Luchina, la quale, como a quella a chi recresse le<br />

cose mal facte, l’ebbe etiam<strong>di</strong>o molto exosa et gli recrebbe assay, affirmando volere fare<br />

resarcire et emandare el damno a <strong>di</strong>cto Leone per li soy homini che havevano commisso lo<br />

excesso, pur non fo facto niente. Il che, vedendo et desiderosi che fosse restorato el<br />

povero zentilhomo, como vole la rasone et honestà, scripsimo ad Alberto Sancto che<br />

provedesse a questo appresso la pre<strong>di</strong>cta madonna Luchina, et nulla è facto. Più oltra li<br />

mandassimo Nicolò da Palude, et altrotanto fo facto; postea mandassimo ti et quanto fo<br />

facto tu lo debbi sappere. Finalmente, siando noy a Piasenza, committissimo a messer<br />

Philippo Confanonero et al potestà de Castello San Iohanne che omnino provedesseno a<br />

questo, como vole la ragione et honestà et cossì per l’honore de madonna Luchina como<br />

nostro, et pur è facto tanto quanto prima. Vedendo adoncha che per quanto sia facto fina<br />

qui el povero zentil a homo non è restorato, anzi remano desfacto a torto. Stringendone el<br />

drito della iustitia et considerato etiam che la prefacta madona Luchina se monstra cossì<br />

malcontenta como noy de tale seleragine commisso et bene <strong>di</strong>sposta ad fare fare la<br />

emenda, volimo che statim tu te b trasferrisse là dove più idoneamente te pare convenire<br />

et curi, insti et prove<strong>di</strong>, per ogni modo et via, che quelli hanno facto el damno restauri,<br />

emen<strong>di</strong> et satisfaza el <strong>di</strong>cto Leone aut gli pigliano tale composicione che Leone non habia<br />

più cagione de lamentarse de tanto damno. Et questo cercha fare presto et cum bona<br />

iustificacione, et quando pur tu vedessi non potere altramente exequire questa facenda,<br />

volimo et te commandamo che, havuta informacione da valenti homini non suspecti, ma<br />

degni de fede, del damno ha recevuto esso Leone, tu proce<strong>di</strong> per ogni modo et via contra<br />

quelli che sonno colpevelli usque ad l’integra satisfacione de Leone, perché la ragione,<br />

l’honestà, l’honore nostro et de madonna Luchina ne strenge a questo et, aciò che più<br />

abelmente possi exequire questa nostra mente, te man<strong>di</strong>amo una patente per vigore della<br />

quale possi havere favore et a<strong>di</strong>uto da officiali, gente d’arme et qualuncha altra persona a<br />

noy supposita.<br />

Cremone, xxi iulii 1451.<br />

Cichus.<br />

a zentil in interlinea.<br />

100

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