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Registro missive n. 5 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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consuetu<strong>di</strong>ne nostro, et fosse spazato presto, subiungendo, dove <strong>di</strong>cevamo octo o dece<br />

che volevamo fossero dodeci dì. Et cossì scripsemo che così volevamo et era la intentione<br />

nostra, et quantunqua quelle nostre lettere non fosseno sottoscripte de nostra propria<br />

mano, la voluntà nostra era così et a ciò ne siati più certi et ve<strong>di</strong>ati cossì essere, et l’or<strong>di</strong>ne<br />

dato in ciò se servi, havendolo spazato no a piace et semone contenti et ecco vi mandamo<br />

queste per <strong>di</strong>cti dì et cagione de nostra mano sottoscripte ad observanza de quanto è<br />

or<strong>di</strong>nato.<br />

Cremone, xx iulii 1451.<br />

FranciscuSfortia manu propria subscripsit.<br />

a Così in A.<br />

228<br />

FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANTONIO TRIVULZIO DI DARE, SULLA SOMMA CHE GLI VERRÀ<br />

CONSEGNATA, 50 DUCATI D’ORO A DOMENICO GUAZARDO, FAMIGLIO DUCALE, PERCHÉ POSSA<br />

FARE QUEI SERVIZI CHE GLI SONO STATI ORDINATI.<br />

53r Domino Antonio de Triulzio.<br />

1451 luglio 23, Cremona.<br />

Noi havevamo ordenato per la via deli nostri Magistri, già più dì sonno, fossi dati ad<br />

Domenico Guazardo nostro famiglio, ducati cinquanta cioè ducati L, quali non ha potuto<br />

havere. Et perché inten<strong>di</strong>mo operarlo per nostre fazende et in nostri servitii, volimo che de<br />

quelli denari se hanno ad pagare et pervenire ad toe mane debbi dare et numerare<br />

cinquanta ducati d’oro cioè ducati L d’oro ad esso Domenico che possa exeguire et exer-<br />

citare ad li servitii a nostri secundo gli or<strong>di</strong>narimo et inten<strong>di</strong>mo operarlo.<br />

Cremone, xxiii iulii 1451.<br />

Di che adviserai Francesco como gli haverai pagato che ne possa fare conto et scripture.<br />

Data ut supra.<br />

Cichus.<br />

a Segue vostri depennato.<br />

229<br />

FRANCESCO SFORZA SCRIVE AI MEMBRI DEL CONSIGLIO SEGRETO DI FARE PROVVEDIMENTI PER<br />

FAR FRONTE ALLA SITUAZIONE CREATASI, CAUSA LA PESTE A LECCO, OVE “QUASI TUCTO IL<br />

POPULO SE È ABSENTATO ET LA TERRA ....REMASTA SFORNITA DE GENTE “ E NON VI È CHI POSSA<br />

FARE LE OPPORTUNE GUARDIE.<br />

Dominis de Conscilio nostro secreto.<br />

1451 luglio 23, Cremona.<br />

Semo stati avisati al presente che per la con<strong>di</strong>ctione dela peste è nela terra nostra de<br />

Leccho quasi tucto il populo se è absentato et la terra per modo remasta sfornita de gente<br />

che non gli è chi possa fare le guar<strong>di</strong>e opportune et or<strong>di</strong>nate. Per la qual cosa, siando <strong>di</strong>cta<br />

terra de gran<strong>di</strong>ssima importantia al nostro stato, como sapete, non vorressimo che per<br />

niente occorresse alcuno de sinistro et però nonobstante nuy scrivamo per l’alligata lettera<br />

al potestà et castellano nostro deli quali subito li mandarite che adten<strong>di</strong>no ala bona guar<strong>di</strong>a<br />

d’essa, tamen, parendo ad vuy de fare circha ciò più una provisione che un’altra, faritela<br />

senza perdeli tempo alcuno.<br />

Data Cremone, xxiii iulii 1451.<br />

Andreas Fulgineus.<br />

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