pater familias

Solazzi 288 ha sostenuto che la necessità del consenso
esplicito del tutore è provata anche dalle Istituzioni gaiane:
Gai.1,173: Praeterea senatus consulto mulieribus
permissum est in absentis tutoris locum alium petere.
Quo petito prior desinit; nec interest, quam longe
aberit is tutor.
Gaio spiega che un senatoconsulto permise alle mulieres di
chiedere un altro tutore al posto di quello assente.
L’absens, così, cessava di essere tutore, non essendo
rilevante, a tal proposito, il tempo dell’assenza. Secondo
Solazzi, se il pretore avesse perfezionato la nomina di un
tutor non comparso dinnanzi a lui avrebbe rischiato di
doverne scegliere un altro non appena la donna avesse
eccepito l’assenza del primo. A mio parere, in primis, nulla
avrebbe garantito che un tutore presentatosi in iure poi non
si sottraesse al concreto esercizio del suo ruolo con
l’assenza; quindi la donna, provandone l’allontanamento,
avrebbe avuto diritto all’assegnazione di un nuovo tutore
su sua richiesta. Piuttosto, la presenza dinnanzi al pretore
del tutor atilianus costituiva il mezzo immediato per
informarlo dell’ufficio destinatogli.
Si deve notare, inoltre, che il senatoconsulto menzionato in
Gai.1,173 risale, presumibilmente, ad un periodo di poco
successivo all’emanazione della legge augustea in tema di
diritto di famiglia, come si evince dalla menzione della lex
Iulia et Papia nel paragrafo gaiano, Inst., 1, 178 e in Tit.
ex corp. Ulp. 11,20, che si occupano sempre di
288 SOLAZZI S., Il consenso del “tutor mulieris” alla sua nomina
nei papiri e nei testi romani, in Aegyptus 2 (1921), 165 s. (= Scritti
2, cit., 410 s.).
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