pater familias

itirare il decreto. Tali donne incontrarono la solidarietà
della sorella di Ottaviano e della madre di Antonio, ma
Fulvia, la moglie di quest’ultimo non le ricevette, non
facendo oltrepassare loro nemmeno la porta d’ingresso.
L’ingiuria subita le fece indignare e, proprio per questo,
fallita miseramente la mediazione familiare auspicata, il
gruppo di matrone decise di recarsi al foro dove, superata
la folla e eluso l’ostacolo delle guardie, raggiunsero il
tribunale dove la figlia di Quinto Ortensio, scelta come
portavoce, prese la parola e, rivolgendosi ai triumviri,
pronunciò il discorso il cui contenuto si analizzerà tra
breve 482 .
5.4. L’arringa di Ortensia.
Ortensia 483 era stata scelta come portavoce dalle donne,
poiché nessun uomo si era offerto di perorare la causa in
questione, patrocinando le matrone, e prese lei stessa la
parola dinnanzi ai trumviri con determinatezza e con molta
482 APPIANUS, de bello civili, IV, 32: Αἱ δὲ γυναῖκες ἔκριναν τῶν
προσηκουσῶν τοῖς ἄρχουσι γυναικῶν δεηθῆναι. Τῆς μὲν δὴ
Καίσαρος ἀδελφῆς οὐκ ἀπετύγχανον, οὐδὲ τῆς μητρὸς Ἀντωνίου·
Φουλβίας δέ, τῆς γυναικὸς Ἀντωνίου, τῶν θυρῶν ἀπωθούμεναι
χαλεπῶς τὴν ὕβριν ἤνεγκαν, καὶ ἐς τὴν ἀγορὰν ἐπὶ τὸ βῆμα τῶν
ἀρχόντων ὠσάμεναι, διισταμένων τοῦ τε δήμου καὶ τῶν
δορυφόρων, ἔλεγον, Ὁρτησίας ἐς τοῦτο προκεχειρισμένης·
483 Ortensia è la terza donna “avvocato” presente nell’elenco di
Valerio Massimo e la sola ad essere considerata un modello
positivo. cfr. CANTARELLA E., Passato prossimo, donne romane
da Tacita a Sulpicia, cit., 95.
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