pater familias

Tit. ex corp. Ulp.11, 8: Quantum ad agnatos pertinet,
hodie cessicia tutela non procedit, quoniam permissum
erat in iure cedere tutelam feminarum tantum, non
etiam masculorum; feminarum autem legitimas tutelas
lex Claudia sustulit, excepta tutela patronorum 92 .
Ab origine è probabile che anche la tutela legittima
pupillare fosse trasferibile mediante in iure cessio 93 , ma la
normativa mutò in epoca successiva, quando si decise di
salvaguardare gli interessi degli impuberi, la cui tutela
iniziava ad essere considerata un munus e non più solo un
diritto: la scelta di un altro tutore, se quello legittimo non
voleva gerire la tutela, fu affidata al magistrato.
Anche Gaio mette a confronto la possibilità di cedere la
tutela muliebre con il divieto di cessione della tutela per i
tutores degli impuberi, riferendone la ragione:
Gai.1,168: Agnatis et patronis et liberorum capitum
manumissoribus permissum est feminarum tutelam alii
in iure cedere; pupillorum autem tutelam non est
permissum cedere, quia non videtur onerosa, cum
tempore pubertatis finiatur.
Il giurista vede nell’istituto in esame un mezzo fornito al
tutore della donna, per liberarsi da un onere 94 , ritenuto
ZANNINI P.(, Studi. II, cit., 33, 42 e 43), che si allontana, così,
dalla comune visione unitaria della tutela alle sue origini.
92 In merito alla lex Claudia, che abolì, nel I sec. d. C., la tutela
agnatizia e, con essa, la facoltà di cederne in iure l’esercizio, vd.
infra cap.4 § 3.
93 L’ufficio tutelare fu obbligatorio per il tutore legittimo, salvo i
motivi di scusa, solo a partire dal IV d.C. Cfr. SOLAZZI S.,
Curator impuberis, cit., 71 e nt.3.
94 ZANNINI P., Studi. II, cit., 35.
40