pater familias

che la mancipatio familiae sia stata riconosciuta dalle XII
Tavole come autonomo negozio mortis causa costituito
non dall’heredis institutio ma da disposizioni a titolo
particolare, la cui attuazione era affidata al familiae emptor
da parte del de cuius, che incaricava il fiduciario di
destinare in un certo modo i cespiti ereditari. Si potrebbe
credere che il de cuius, già in epoca decemvirale, potesse
disporre lasciti a favore delle filiae e della moglie in manu.
Tuttavia bisogna considerare che è ancora aperto un acceso
dibattito sull’origine e sulla natura di questo atto.
Solo con l’introduzione del testamentum per aes et libram
fu superata l’intangibilità della posizione dei sui heredes e
fu, quindi, possibile nominare un terzo come erede, senza
che lo stesso dovesse ricoprire la posizione fittizia di filius
familias. Fu a quel tempo che, sicuramente, anche la donna
potè essere istituita erede oltre ad essere beneficiata
tramite legati. Questo testamentum, oltre a prevedere la
nomina dell’erede, tipica del testamento comiziale,
conservava la struttura e la finalità della mancipatio
familiae.
141 Fra gli altri COSTA E., Storia del diritto romano privato dalle
origini alle compilazioni giustinianee, ed.2,Torino 1925,545 s.;
LÉVY- BRUHL H., La tutelle des XII Tables, cit., 319 nt.4;
ALBANESE B., La successione ereditaria in diritto romano
antico, cit., 433 ss; ID., Le persone nel diritto privato romano, cit.,
437 nt.25; AMELOTTI M., Il testamento romano attraverso la
prassi documentale. I. Le forme classiche di testamento, Firenze
1966, 33; TALAMANCA M., Istituzioni, cit., 718 e 736;
FRANCIOSI G., Famiglia e persone in Roma antica, cit., 81.
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