pater familias

“Il fratello e lo zio non ricusino la tutela muliebre”
Il verbo al singolare non dà alla frase una costruzione
propriamente corretta, ma non pare che consanguieneus
possa essere attributo di patruus 640 .
Questa norma fu richiamata da Leone in una Constitutio
del 472 d.C., che si legge nel Codex:
Cod. Iust. 5,30,3: Constitutione divae memoriae
Constantini lege Claudia sublata, pro antiqui iuris
auctoritate salvo manente agnationis iure tam
consanguineus ( id est frater) quam patruus ceterique
legitimi ad pupillarum feminarum tutelam vocantur.
Leo A. Erythrio pp.
Leone ricorda la Constitutio costantiniana che aveva
abrogato la legge Claudia, per ripristinare l’autorità del ius
antico e mantenere il diritto di agnazione, ma solo con
riferimento alle impuberi. L’Imperatore specifica infatti
che il fratello e lo zio paterno, come tutti gli altri agnati,
sono chiamati alla tutela delle pupillae feminae. Tam
consanguineus quam patruus chiarisce anche ciò che ha
voluto intendere Costantino. L’anomala espressione
“pupillarum feminarum” mostra che Costantino e Leone
vollero ripristinare la tutela agnatizia quale munus a
vantaggio delle impuberi 641 in un periodo in cui, ormai,
l’agnato non poteva riacquistare il ruolo potestativo di un
tempo e le donne adulte non erano più sottoposte a tutela.
640
Diversamente MELILLO G., Personae e status in Roma antica,
cit., 124.
641
Cfr. BUCKLAND W.W., A text-book of Roman law: from
Augustus to Justinian. (Third Edition revised by P. Stein),
Cambridge 2007, 166.
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