pater familias

stabilirono che con la certificazione pubblica si potesse
denunciare solo la nascita dei figli legittimi 597 ; Augusto, in
effetti, volle incrementare il tasso demografico, favorendo,
nondimeno, le unioni legittime. Anche in Provincia il
governatore predisponeva, a tale scopo, la tabula alba
professionum liberorum natorum. Visto il divieto di
dichiarare nel registro pubblico le nascite degli spurii, in
tal caso il padre naturale o la madre ricorrevano ad una
testatio davanti a sette uomini puberi e cittadini romani 598 .
Si cominciò a tener conto dei vulgo quaesiti dall’epoca di
Claudio, dando valore anche alla semplice testatio
materna 599 . Marco Aurelio disciplinò in maniera organica
tutti gli aspetti della materia, ordinando che ogni cittadino
denunciasse presso i prefetti dell’erario di Saturno i figli
nati liberi entro i 30 giorni successivi alla nascita con il
nome loro attribuito e che la medesima procedura fosse
espletata nelle province con l’uso dei tabularii publici,
come scritto in Historia Augusta 9, 7-8:
Inter haec liberales causa sita munivit, ut primum
iuberet apud praefectos aerarii Saturni unumquemque
civium natos liberos profiteri intra tricensimum diem
nomine inposito. 8. Per provincias tabulariorum
publicorum usum institui, apud quos idem de
originibus fieret, quod Romae apud praefectos aerarii.
La dottrina sottolinea che le regole siano state ribadite da
Marco Aurelio, con il fine di disciplinare l’istituto in modo
29812 ) e risale al 62 d.C.. Vd. ARANGIO-RUIZ V., in FIRA, III.
Negotia, nr.2.
597 ASTOLFI R., La lex Iulia et Papia, 4.ed., Padova 1996, 315.
598 Cfr. Pap. Mich.3, 169 (a. 145d.C.).
599 ZABLOCKA M., Il “ius trium liberorum nel diritto romano,
cit., 375.
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