pater familias

ecuperato lo status di sui iuris ed, inoltre, ereditato una
quota del patrimonio del marito 377 .
Il pater familias, che avesse voluto garantire ancor meglio
la moglie, avrebbe potuto, anche, predisporre una tutoris
optio nel suo testamento, in modo da essere certo che la
uxor in manu potesse scegliere il tutore in ogni caso.
Fra la donna e il coemptionator extraneus, invece, non
sorgeva alcun vincolo agnatizio.
Astolfi 378 ha assunto una posizione peculiare nell’ambito
della dottrina più recente, in quanto ritiene che la coemptio
fiduciaria cum extraneo sia una creazione tardiva. Secondo
questo studioso è verosimile che, inizialmente, si sia
previsto che solo i coniugi potessero attuare il negozio
fiduciario in esame. Successivamente sarebbe stata
introdotta la coemptio cum extraneo per evitare che le
donne, pur di raggiungere i loro scopi, attuassero dei
matrimoni fittizzi con dei senes coemptionales, in quanto
tale pratica non era ben vista dalla società. Può darsi che
fossero le donne nubili sui iuris a ricorrere a quest’ultimo
espediente, non avendo un marito che potesse fungere da
coemptionator. Non penso che per un primo periodo la
donna abbia potuto fare coemptio solo con il marito. Per
quanto riguarda la coemptio con un senex basti accennare
in questa sede che, da quanto scrive Cicerone in pro
Murena 12.27 cit. 379 proseguendo la sua critica della
giurisprudenza, sembra che l’unico scopo di tale coemptio
fosse quello di interimere i sacra.
377
Così ASTOLFI R., Il matrimonio nel diritto romano
preclassico, cit., 260.
378
ASTOLFI R., Il matrimonio, cit., 279.
379
CIC., pro Murena 12.27: …Sacra interire illi noluerunt: horum
ingenio senes ad coemptiones faccenda interimendorum sacrorum
causa reperti sunt…
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