pater familias

avrebbe potuto sostituire qualunque tutore, in pratica, per
lei deve essere stato difficile incontrare il favore dei tutori
legittimi alla loro sostituzione, dato che la capitis
deminutio minima, a cui la donna voleva sottoporsi,
avrebbe estinto non solo i loro diritti tutelari ma anche
quelli ereditari ab intestato 382 .
Martini 383 ipotizza che, per evitare un rifiuto da parte dei
tutori, la donna potesse optare per una coemptio
matrimonii causa simulata o fingere di effettuare una
coemptio interimendorum sacrorum causa; l’autore,
tuttavia, non tiene conto del fatto che anche queste
fattispecie estinguevano i diritti ereditari dei tutori ex lege.
Peraltro, è probabile che la donna non fosse obbligata a
precisare ai tutori la causa per la quale voleva compiere la
coemptio: era lei stessa a stabilirne lo scopo.
Il numero di donne che poterono attuare l’escamotage in
esame deve essere aumentato quando una lex, su proposta
dell’Imperatore Claudio, abolì la tutela mulierum
agnatizia 384 , ma, ancora all’epoca di Gaio, i parentes
manumissores e i patroni, gli unici tutori ed eredi ab
intestato rimasti, avrebbero potuto opporsi alla coemptio in
difesa dei loro diritti successori. Le uniche donne che non
incontrarono problemi in tal senso furono quelle affiancate
da un tutore testamentario o decretale 385 , maggiormente
quindi a quella degli agnati. Pensano che la complessa procedura
sia servita, principalmente, per estinguere la tutela legittima anche
ZANNINI P., Studi sulla tutela mulierum, I, cit., 122 ss.,
BARTOCCI U., Le species nuptiarum nell’esperienza romana
arcaica, cit., 126 e MONACO L., Hereditas e mulieres, cit., 176.
382
MARTINI R., “Coemptio fiduciae causa”, cit., 178.
383
MARTINI R., “ Coemptio fiduciae causa”, cit., 178 e 181.
384
Gai.1,157.
385
Anche in caso di coemptio testamenti faciendi gratia la donna
avrebbe ottenuto il consenso alla coemptio solo dal tutore che non
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