pater familias

Gaio spiega che, se l’optio era angusta, la mulier avrebbe
potuto scegliere il tutore una volta per sempre o cambiarlo
ma solo per un numero di volte stabilito dal marito nel
testamento. Invece la donna con ius optandi plenum, se
voleva, poteva sostituire il tutore per un numero illimitato
di volte a suo piacimento.
Torniamo ora ad occuparci della postilla di Gai.1,150:
… Quo casu licet uxori tutorem optare vel in omnes res
vel in unam forte aut duas.
In dottrina sono stati mossi dubbi sulla genuinità del
frammento 327 . Beseler 328 pensa che sia una glossa solo “vel
in omnes res vel in unam forte aut duas.”, perché il
glossatore, a suo parere, volendo copiare quanto scritto nel
§ 153 ne avrebbe frainteso il significato, scrivendo “cose”
invece di “volte”. L’autore, al contrario, considera genuino
“Quo casu licet uxori tutorem optare”, provocando la
critica di Solazzi, il quale considera assurdo che Gaio,
dopo aver presentato la formula testamentaria dell’optio
plena, abbia scritto solo che “in tal caso la donna può
optare il tutore”. Solazzi, quindi, obietta che, se proprio si
vuole credere che si tratti di un’interpolazione, bisogna
considerare spuria tutta la frase che segue la formula.
L’autore italiano non esclude tout court l’ipotesi
interpolazionistica 329 “perché gli effetti dell’optio plena
327
Il frammento è ritenuto postagaiano da KNIEP, Der
Rechtsgelehrte Gaius und die Ediktskommentare, Jena 1910, p.47.
328
BESELER, Beiträge zur Kritik der römischen Rechtsquellen,
IV, Tübingen 1920, 110.
329
SOLAZZI S., Il consenso del “tutor mulieris” alla sua nomina
nei papiri e nei testi romani, cit., 175 e nt. 2 (= Scritti, II, cit., 418 e
nt. 37) e ID., Glosse a Gaio, cit., p. 177 nt. 329 (= Scritti, VI, cit.,
p.254 nt. 329).
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